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INSIEME PER SALVARE IL SENTIERO DEL BRENTA

“Salviamo il sentiero del Brenta”, è il nome del progetto che un gruppo di cittadini ha avviato per impedire che i lavori di una ciclopista vadano a sovrapporsi e ad intaccare il tratto di sentiero alla sinistra del Brenta di Pove. Il sentiero viene percorso tutti i giorni da famiglie, anziani, bambini, persone con i cani, ma non solo. Il sentiero è un punto d’interesse anche a livello turistico e richiama appassionati di nordic walking, ragazzi in gita scolastica, bambini in visita con gruppi sportivi, come gli scout. I partecipanti al progetto “Salviamo il sentiero del Brenta” ritengono che il sentiero, ancora incontaminato, sia un bene prezioso per la collettività, un angolo di paradiso da preservare. Pur riconoscendo l’importanza della ciclovia del Brenta, il gruppo si oppone alla distruzione del sentiero, chiedendo che venga rivisto e modificato il progetto attuale e che venga individuata insieme alla popolazione una versione alternativa, che preservi integro il paesaggio e non comprometta la naturalità del percorso.

Domenica 4 dicembre il comitato ha organizzato la “Passeggiata sul sentiero del Brenta”, un percorso guidato di 10 km lungo l’anello del Brenta che passerà per il Ponte degli Alpini di Bassano. L’iniziativa è sostenuta dalla delegazione di Bassano del FAI (Fondo Ambiente Italiano), dalla delegazione di Bassano di Italia Nostra, dall’onlus Gruppo d’Intervento Giuridico e dalla Croce Verde di Bassano. Durante la passeggiata sarà possible anche firmare la petizione che i cittadini hanno attivato.  

Salvare il sentiero del Brenta significa anche salvaguardare la fauna che vi abita. Interessante il REPORT FAUNISTICO fatto dal dott. Jacopo Longo Naturalista- Guida Naturalistica- Educatore Ambientale. L'area in cui si snoda il sentiero è un tipico ambiente fluviale, caratterizzato dalla vegetazione di bosco ripario, a salici, ontani e pioppi. La presenza di esemplari vetusti si rivela particolarmente importante per favorire l’insediamento e la permanenza di specie di avifauna e teriofauna anche pregiate, così come l’abbondanza di cavità naturali nelle rocce.

Ecco le specie animali e vegetali d'interesse comunitario che, secondo la Direttiva “Habitat” 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (GU L 206 del 22.7.1992, pag. 7), si salverebbero: Rana latastei – Triturus carnifex – Tringa glareola -Ardeola ralloides – Ixobrychus minutus – Pandion haliaetus – Circus aeruginosus – Hieraaetus pennatus – Crex crex – Caprimulgus europaeus – Emberiza hortulana – Lanius collurio – Sylvia nisoria – Botaurus stellaris – Gavia arctica – Nycticorax nycticorax – Ciconia ciconia – Milvus migrans – Circus cyaneus – Alcedo atthis – Chlidonias niger – Falco vespertinus – Ardea purpurea – Tachybaptus ruficollis – Podiceps cristatus – Anas strepera – Otus scops – Anas querquedula – Charadrius dubius – Accipiter nisus – Asio otus – Merops apiaster – Remiz pendulinus – Corvus frugilegus – Riparia riparia – Picus viridis – Cinclus cinclus – Dendrocopos major – Ardea cinerea – Barbus meridionalis – Barbus plebejus – Cottus gobio – Salmo marmoratus – Lethenteron zanandreai – Chondrostoma genei – Chondrostoma soetta – Cobitis taenia – Leuciscus souffia – Rutilus pigus – Sabanejewia larvata – Lycaena dispar – Myotis myotis – Myotis bechsteini – Rhinolophus ferrumequinum.

Molte altre sono le specie animali presenti, ma in questo report si è voluto porre l’attenzione sulle specie di interesse comunitario. Relativamente alla deposizione di un nastro d’asfalto in un ambiente così ricco e popolato di fauna, si fanno presenti, in via preliminare, i seguenti problemi: Il periodo di cantiere apporterebbe un disturbo significativo, alle popolazioni faunistiche presenti: l’accesso di ruspe e macchinari, l’abbattimento di alberi (anche esemplari vetusti) per esigenze di cantiere, l’impatto sonoro e luminoso, i gas di scarico e la produzione di rifiuti di cantiere porteranno un’impossibilità nella riproduzione delle specie nidificanti, ed il conseguente abbandono dell’area, con scarsissime possibilità di ritorno in tempi brevi. Molti esemplari infatti, se costretti all’abbandono dell’area, muoiono. Una volta ultimato il cantiere, la ciclopedonale costituirà una netta discontinuità longitudinale nell’ambiente ripariale, limitando notevolmente gli spostamenti di molti animali nell’accesso all’acqua. Inoltre l’aumento della frequenza umana per ragioni di cicloturismo porterà un aumento dell’impatto antropico nell’area interessata: una maggiore produzione di rifiuti (se previsti cestini, dovrà essere previsto anche un servizio di svuotamento), una maggiore presenza umana (fattore che di per sé diminuisce la presenza e l’attività animale). C’è inoltre da ricordare che alcuni animali normalmente presenti negli ambienti naturali sono ritenuti incompatibili con la frequentazione umana (due esempi fra tutti: ratti e serpenti…) e si renderanno quindi necessari interventi di contenimento di queste tipologie faunistiche, necessitando così interventi pesanti per l’equilibrio della rete trofica. Se prevista un’illuminazione del percorso, anche quest’ultima costituisce una ulteriore fonte di inquinamento, luminoso, particolarmente dannosa per entomofauna e di conseguenza per i chirotteri e i rapaci notturni, nonché per i cicli circadiani degli animali e fotosintetici delle piante. 

Info ricevute dagli organizzatori dell'evento.

Milano, 02/12/2016 – GC

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