PERSONE

VEGANO SULL’EVEREST

Coloro che ancora vivono nella convinzione che i vegani non abbiano l'energia sufficiente per portare a termine delle imprese epiche, vengono smentiti una volta di più dalla storia che riporta il sito actionmagazine.it .

Il protagonista della storia è Kuntal Joisher e ha raggiunto la cima dell'Everest proprio per dimostrare che la dieta vegana non impedisce alcun tipo di performance. L'unico "neo" di Kuntaln è che la giacca indossata era ancora in piuma d'oca.

L'impresa risale al 19 maggio scorso quando, all’età di 36 anni e dopo tre tentativi negli anni precedenti finiti male per drammatiche cause naturali, Kuntal Joisher ha raggiunto la cima dell’Everest. Una volta raggiunta la cima, ha issato due bandiere: una di CallFire in segno di gratitudine per il suo primo sponsor, e una Vegan con il nome del fornitore dei gel consumati durante la scalata.

Non è certo stata un'impresa facile, ma grazie all'atteggiamento positivo di Kuntal e alla preparazione di Mingma Tenji,  lo sherpa che lo accompagnava, tutti gli imprevisti tecnici e logistici sono stati superati e l'obiettivo è stato raggiunto, nonostante il crollo psicologico che ha colpito a tradimento lo scalatore proprio poco prima di arrivare alla meta.

Kuntal racconta che lo spettacolo che si gode dal tetto del mondo è magico, e il sentimento di realizzazione è immenso. Fin dalla prima volta che è salito sulla cima di una piccola montagna (Hatu Peak), ha sempre provato una magica sensazione: “Tutto intorno a me sembra dissolversi, restava soltanto il presente con il mio battito del cuore”. Dice che simbolicamente l’Everest rappresenta il cambiamento radicale che gli ha permesso di superare le sue paure. Non si tratta di raggiungere la cima ma se stessi, non è tanto la riuscita della spedizione ad essere importante: quanto la spedizione in se stessa.

A proposito di esigenze nutrizionali, quando prraticate questo tipo di sport significa dover avere a disposizione da 4.000 a 4.500 al giorno, quando si scala una montagna come l’Everest e si è ad alta quota si arriva a consumarne addirittura da 15.000 a 18.000 e ció vuol dire che dal primo giorno si deve cominciare a mangiare più del solito, specialmente carboidrati, per costruire una riserva. Damun certo punto in avanti Kuntal ha cominciato a usare un po’ l’ossigeno quando aveva dei picchi bassi evidenziati dallo spirometro, e allo stesso tempo a mangiare un po' meno meno. Salendo sempre più in alto l’ossigeno è diventato permanente ed è arrivato un forte senso di inappetenza.

Kuntal ha ovviamente adattato nel tempo la sua alimantazione per renderla idonea alle sue esigenze di scalatore  e durante l'impresa si è avvalso anche di gel vegani contenenti carboidrati e elettroliti e di cibi disidratati.

Non è stato facile il passaggionda vegetarianona vegano in quanto durante il primo periodo si è reso conto di mangiare molto cibo spazzatura e ció influiva negativamente sulle sue performances. Ha chiesto quindi aiuto a una health coach, ha imparando a cucinare sano in modo rapido e ha cambiato il suo modo di nutrirsi adottando una dieta a basso contenuto di grassi e ricca di carboidrati. Kuntal oggi mangia principalmente verdure, legumi e pochi cereali, e come snack assume frutta, lenticchie al forno e un po’ di frutta secca oleaginosa e semi. I tempi di recupero sono migliorati drasticamente, e colesterolo e trigliceridi sono scesi a livelli normali.

In attesa di nuove imprese, compresa quella di trovare una giacca performante che possa sostituire quella con piume d'oca, Kuntal sottolinea che è stata la stampa ad attribuirgli il merito di essere stato il primo vegano a scalare l'Everest in quanto lui non l'ha mai dichiarato. In effetti altre due persone hanno scalato l’Everest adottando una alimentazione simil-vegana: una è Gerlinde Kaltenbrunner (Everest 2010) e l’altro è Atanas Skatov (Everest 2014).

Milano, 28/10/2016 – GC

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