STELLA MCCARTNEY: IL FUTURO DELLA MODA È SOSTENIBILE
Quando si legge il nome di Stella McCartney, due sono le associazioni che balzano in testa, quella legata al suo celebre padre Paul McCartney e quella che parla di moda e dei suoi modelli vegan dal gusto classico e dal sapore senza tempo.
“Sono stata educata a comprendere che siamo tutti qui sul pianeta Terra insieme”, ha riferito Stella al The Guardian nel 2009.
Come la madre, Stella McCartney, è vegetariana e porta il suo pensiero e le certezze anche nel suo lavoro, creando modelli privi di qualsiasi tipo di cuoio, pelle o pellicce di animali; una scelta che l’ha portata spesso in rotta di collisione con molti suoi colleghi che al contrario non adottano uno stile cruelty-free, definendo il loro prodotto, il frutto di persone “senza cuore”.
Possiamo definirla pioniera della moda vegan, la figlia di Sir Paul crea prodotti etici con tessuti ecologici privi di crudeltà, mai visti prima nelle case di alta moda.
Bellissime pellicce sintetiche, che evidenziano fortemente quanto ingiusti, dolorosi ed inutili siano gli allevamenti di animali da pelliccia; la sua pelle “vegana” realizzata con poliestere riciclato, non solo è priva di dolore e sangue, ma ha anche un impatto ambientale 24 volte inferiore rispetto alla pelle di vitello.
La sua viscosa proveniente da fonti sostenibili mostra che, in realtà, non è necessario abbattere 150 milioni di alberi all’anno per realizzare il tessuto.
Non solo Stella Maccartney
Giorgio Armani, nel 2016 annunciava: “basta pellicce nelle mie collezioni”, sebbene ad oggi non abbia abbondonato l’uso di altro genere di pellame;
Tra i vincitori dei Peta fashion awards 2017, lo stilista italiano Tiziano Guardini si era aggiudicato il premio riservato agli stilisti per il genio usato con cui lavora materiali sostenibili e vegani
Wineleather che ha sviluppato l’idea della produzione di “pelle” vegana ricavata dai rifiuti prodotti durante la vinificazione;
Gucci che dal 2018 ha abbandonato l’uso di pelliccia animale nelle sue creazioni;
Sempre più giovani stilisti, specialmente italiani, stanno producendo meravigliose creazioni cruelty-free. Tanti vestiti ‘vegani’ stanno prendendo posto, sia nelle bancarelle che nelle boutique di lusso; esiste un’alternativa, perché non sceglierla? Basta optare per esempio per tessuti come il lino, il cotone, la canapa, il bambù…
Fare qualcosa è già un inizio ed è sempre meglio di niente. Anche la cosa più piccola può avere un impatto importante, può diventare un faro nelle notti buie e condurti al cambiamento. Siamo tutti ospiti, non padroni, ma ospiti su questa terra che usiamo, maltrattiamo e sfruttiamo ben oltre il suo limite e dobbiamo essere tutti consapevoli di cosa mangiamo, cosa consumiamo, come vestiamo, di quali siano gli impatti delle nostre scelte e l’industria della moda, incredibilmente dannosa, si sta muovendo nella direzione giusta.
Troppo lentamente? Si vero, ma non dimentichiamoci che i discorsi fatti e i traguardi raggiunti di oggi, solo 20 anni fa, sembravano impossibili e follia pura.
“Prima di ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono poi… vinci”
GANDHI
Aqvavera – RV Ott.20