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ANFIBI IN PERICOLO IN TRENTINO E NON SOLO

Anfibi in pericolo in Trentino Alto Adige dove ne vivono numerose specie: dai più diffusi ‘Rospi Comuni’ e ‘Rane Temporarie’, ai meno conosciuti ‘Tritoni Alpestri’ e ‘Salamadre Pezzate’, fino ad arrivare alla rara ed endemica specie denominata ‘Salamandra di Aurora’ presente solo sull’Altopiano della Vezzena e sul quello di Asiago.

Tra febbraio e marzo si assiste alla loro migrazione, spostamento che li porterà verso le aree di riproduzione.

Purtroppo, la presenza dell’uomo rende difficile questa traversata e l’intervento dei volontari risulta di fondamentale importanza per la loro sopravvivenza.

LO STRAORDINARIO MONDO DEGLI ANFIBI

Gli anfibi sono una specie di cui non si sente molto spesso parlare.

Salamandra pezzata

Il termine “anfibio” deriva dal greco antico e significa “dalla doppia vita”: capaci di vivere in due ambienti diversi, acquatico e terrestre, grazie al fenomeno della metamorfosi, si trasformano da girini ad anfibi adulti.

Questi animali assorbono ossigeno anche attraverso la pelle e non bevono perché, attraverso di essa, assimilano l’acqua di cui hanno bisogno.

Sono creature a sangue freddo e “dalla pelle nuda”, ossia sprovvista di squame. Quando le temperature si abbassano sono in grado di rallentare il loro metabolismo ed andare in ibernazione.

LA POPOLAZIONE DEGLI ANFIBI: UN PO’ DI NUMERI

Gli anfibi sono tra le specie più minacciate dall’inquinamento, dalla scomparsa degli habitat e dal cambiamento climatico. Al di là dell’importanza naturalistica di preservare la specie, questi animali rappresentano ottimi indicatori della qualità dell’ambiente in cui viviamo e si nutrono di insetti fastidiosi per l’uomo, come le zanzare, o dannosi per le colture.

Salvataggio anfibi dalla strada

Ad oggi si stima che in natura ne vivano circa circa 8000, in Trentino Alto Adige è possibile trovarne diverse tra cui:

– il ‘Rospo Comune’: assieme alla ‘Rana Temporaria’ è l’anfibio più comune delle nostre Alpi, si tratta di una specie prevalentemente notturna, che depone le uova in lunghi cordoni.

– La ‘Rana Temporaria: cromaticamente molto variabile, può arrivare fino a 10 cm. Deve il suo nome alla caratteristica macchia bruna sulla tempia. E’ una specie molto resistente alle basse temperature e può essere avvistata lu ngo un amplissimo intervello altitudinale.

– Tritone Alpestre: molto diffuso nei biotopi di alta quota, le femmine sono più grandi dei maschi, che nella stagione riproduttiva (aprile-giugno) presentano una cresta giallastra e delle macchie azzurre sul corpo. Durante l’inverno si nasconde in anfratti fangosi o sul fondo degli stagni.

– Salamandra Pezzata: si trova in genere in boschi di latifoglie, osservabile in periodi piovosi sia in autunno che in primavera. Depone le uova in piccole pozze nel bosco.

– Salamandra di Aurora: anfibio non interessato dal fenomeno delle migrazioni. Probabile antico relitto glaciale, si tratta di una specie endemica molto rara presente solo sugli Altipiani della Vezzena, in Trentino, e di Asiago, in Veneto.

PRINCIPI IN PERICOLO, COME SALVARLI

Soccorso in extremis

Tra febbraio e marzo in Trentino, ma anche in altre zone d’Italia e del mondo, molti di loro affrontano la difficile traversata che dalle zone di svernamento li porterà a raggiungere i luoghi di riproduzione: stagni, laghi e piccole pozze d’acqua.

L’interruzione dei corridoi ecologici, dovuti alla costruzione di opere ed infrastrutture da parte dell’uomo, causa ogni anno migliaia di investimenti. Per arginare il fenomeno si fa ricorso a barriere mobili e a ‘rospodotti’ , tunnel costruiti sotto il manto stradale allo scopo di convogliare la migrazione.

Nonostante questi accorgimenti, però, l’intervento dei volontari, che traghettano gli animali da una parte all’altra della carreggiata, risulta cruciale per la loro sopravvivenza. Molti infatti, sfruttando eventuali varchi causati da intemperie o asperità del terreno, confluiscono direttamente sulla strada, andando incontro a morte certa

I “rospisti” si avvalgono di pochi e semplici “attrezzi del mestiere”: un secchio accuratamente disinfettato per agevolare lo spostamento degli anfibi nelle notti di migrazione particolarmente intensa, dei sottili guanti di lattice per proteggere gli animali da eventuali malattie e dall’eccessivo calore sprigionato dalle nostre mani; per salvaguardare la loro sicurezza, invece, non sono mai sprovvisti di giubbotto catarifrangente e di triangolo mobile di pericolo, per segnalare la loro presenza.

Oltre a salvare gli anfibi, i volontari contribuiscono a censire gli animali: le informazioni raccolte su età, sesso, specie, esemplari vivi e, purtroppo, anche morti, oltre ad essere scientificamente utili, risultano infatti di fondamentale importanza per comprendere l’efficacia delle azioni di volontariato e programmare di anno in anno le uscite.

Il Portale Inaturalist costituisce un aiuto fondamentale per il loro censimento e per comprendere la grande diversità ecologica che ci circonda. Trattandosi di una app, tutti possono contribuire ad ampliare il database delle specie scattando una semplice foto.

Per maggiori informazioni, diventare volontari e conoscere meglio questi splendidi animali visitate il sito savetheprince.net

Nel periodo primaverile attenzione anche ai ricci. Per conoscere meglio anche queste creature vi consigliamo Cuore di riccio di Massimo Vacchetta del Rifugio “La Ninna”.

Elena Bortolotti

Milano, 24/03/2021 – GC

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