CHERNOBYL: IL 26 APRILE GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA MEMORIA
Nel 1986 una terribile esplosione nella centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina settentrionale, diffuse una nube radioattiva su enormi aree dell’Unione Sovietica e, grazie a venti e piogge, anche sull’Europa. Oltre a dare il via ad uno dei più catastrofici disastri ambientali di tutti i tempi e mietere un numero impressionante di vittime, milioni di persone, flora e fauna furono esposti alle radiazioni per moltissimi anni, con conseguenze drammatiche sulla salute degli ecosistemi.
Azioni concrete: per non dimenticare
Il governo sovietico ha riconosciuto la necessità di assistenza internazionale solo nel 1990. Quell’anno ha avuto inizio il coinvolgimento delle Nazioni Unite nella ripresa di Chernobyl. A tal propostio sono stati lanciati più di 230 diversi progetti di ricerca, assistenza e prevenzione nei settori della salute, sicurezza nucleare, riabilitazione dell’ambiente e produzione alimentare. Nel 2002 le Nazioni Unite hanno annunciato un cambiamento di strategia con un nuovo approccio di sviluppo a lungo termine. Nel 2009 hanno istitituito l’International Chernobyl Research and Information Network (ICRIN). L’8 dicembre 2016 l’ONU ha adottato una risoluzione che designa il 26 aprile come Giornata Internazionale della memoria del disastro di Chernobyl. L’Assemblea Generale ha riconosciuto che, 35 anni dopo il disastro, permangono gravi e persistenti conseguenze a lungo termine su tutto il territorio coinvolto dalla nube radioattiva e sulla sua biodiversità.
La forza della natura
Ora sembra che la natura con la sua portentosa forza e ostinazione, non curante degli orrori perpetrati dagli uomini, si stia riappropriando dei 400 ettari di terreno devastati e li stia avvolgendo in una verdissima coperta di pioppi e betulle, dove trovano riparo, nonostante tutto, animali selvatici, lupi inclusi, spazzati via dalla cupidigia umana solo qualche decennio fa. Questo dovrebbe insegnarci una preziosa lezione di vita: la natura è sempre e comunque generosa con le proprie creature, anche dopo disastri ambientali di dimensioni bibliche, causati proprio da quegli stessi esseri viventi, gli uomini, che grazie alla loro intelligenza, dovrebbero proteggere l’unica casa che li ospita da millenni.
Errori che si ripetono
Purtroppo lo dico con tristezza, non abbiamo imparato affatto la lezione. Dopo l’incidente della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, causato da un maremoto nel marzo 2011, le autorità giapponesi hanno dato una triste notizia. Tra un paio di anni cominceranno a sversare l’acqua radioattiva di stoccaggio nel mare circostante, con conseguenze inimmaginabili per l’ambiente.
il riscatto della natura a Chernoby: ne abbiamo parlato con Pier Mauro Marras.
Anche i luoghi dell’abbandono, associazione che opera nella ricerca, documentazione e valorizzazione di luoghi in stato di abbandono, se n’è occupata.
Valentina Scorcia
Milano, 26/04/2021 – EB