BIO O INTENSIVI, GLI ALLEVAMENTI DANNOSI PER IL CLIMA
Che siano “bio” o “intensivi”, gli allevamenti fanno comunque danni
E’ ancora molto diffusa la convinzione che gli allevamenti “Bio” siano più rispettosi verso la natura se paragonati agli allevamenti intensivi.
L’articolo dell’Accademia della Nutrizione
Fermo restando che, facendo parte della natura anche gli animali, è un ossimoro parlare di rispetto riferendosi a qualsivoglia allevamento, secondo un recente articolo apparso sulla rivista scientifica Nature Communications ci sono i risultati di uno studio fatto confrontando le emissioni di gas serra da allevamenti intensivi con quelle da allevamenti biologici.
Ebbene, il risultato è che gli allevamenti biologici hanno un impatto in media maggiore del 5% confronto agli allevamenti intensivi.
Una spiegazione dettagliata si trova nell’articolo “Allevamenti “bio” o intensivi: stessi danni per il clima” pubblicato sul sito dell’Accademia della Nutrizione.
L’articolo è arricchito da un interessante confronto con i vegetali bio, sottolineando come a fare la differenza sia il passaggio ad una alimentazione 100% vegetale e non cambiare il tipo di allevamento da cui arriva la carne.
Le riflessioni di Essere Animali
Anche Essere Animali ha affrontato il discorso nell’articolo “Gli allevamenti biologici sono sostenibili?”.
Già nel 2019 invitava a riflettere sul fatto che, secondo gli standard UE necessari per poter classificare “biologico” un allevamento, uno dei parametri sono le dimensioni minime degli spazi in cui dovrebbero vivere gli animali allevati. Si tratta di estensioni di gran lunga superiori a quelle degli allevamenti intensivi tradizionali.
Andando nel pratico, se una scrofa in un allevamento intensivo ha a disposizione 1,5 metri quadrati, secondo lo standard biologico dell’UE ne dovrebbe avere circa 1.500. oppure se si volesse garantire a tutte le 37 milioni di galline chiuse negli allevamenti italiani lo spazio previsto dallo standard biologico europeo, che oggi è di circa 500 ettari, dovrebbero disporre di 213.000 ettari. E’ dunque chiaro che trasformare in bio l’intera filiera non è praticabile. Non si tratta di difficoltà, costi e tempi. Semplicemente non è fattibile.
Bio o non Bio, la conclusione è sempre la stessa
Tutte le strade portano a Roma, recita un proverbio. Anche in questo caso vista la questione da ogni punto di vista la conclusione è sempre la stessa. Volente o nolente è urgente passare ad un’alimentazione 100% vegetale.
Per gli animali, per il pianeta, per noi.
Per conoscere i danni causati dagli allevamenti, clicca QUI.
Milano, 21/10/2022 – GC