LINGUAGGIO E CANTO DEGLI UCCELLI
Capire l’evoluzione del linguaggio umano studiando i volatili
Alcuni scienziati ritengono che lo studio del canto degli uccelli possa chiarire in che modo si è evoluto il linguaggio umano, in quanto ci sono prove che dimostrerebbero come gli uomini e gli uccelli abbiano in comune geni e strutture cerebrali associabili con l’uso della parola.
Gli uccelli dunque sono alleati importantissimi in questa ricerca di benessere che trae spunti dalla correlazione tra la voce umana e le vocalizzazioni dell’ornitofauna.
La musicoterapia
La musicoterapia cerca connessioni tra i suoni della Natura e quelli di origine antropica e trova in diversi studi il giusto supporto scientifico.
Secondo il professor Simon Fisher, direttore dell’Istituto di Psicolinguistica a Nimega, nei Paesi Bassi, ha dimostrato in una sua pubblicazione che gli uccelli e gli uomini hanno in comune più di 50 geni correlati al linguaggio e all’apprendimento vocale.
«I primi esperimenti di canto possono essere paragonati allo sforzo di balbettare di un bambino». Cit. Darwin in “L’origine della specie” riportando il pensiero del naturalista D. Barrington.
La bio-linguistica e la bio-musicologia sono due discipline che hanno il fine di trovare l’anello di congiunzione tra le abilità umane e animali. L’intuizione che la biologia e la musicologia potessero, insieme, approcciare un discorso così esteso e dibattuto ha portato a un livello di conoscenza stratificato e profondo.
Tanti sono gli esempi che potrebbero essere la prova tangibile che volatili e uomini condividano la sintassi della strutturazione del linguaggio. La cinciallegra orientale, che riesce a esprimere significati differenti combinando diversamente le note, oppure il nostro usignolo stesso capace di costruire note e melodie davvero articolate, o, ancora, lo storno con capacità imitative straordinarie.
Ricerche e scoperte sul canto degli uccelli
Accadde nel 2013 che il linguista, Shigeru Miyagawa del MIT rafforza, per la prima volta, un concetto espresso da Darwin quasi 155 anni prima. Miyagawa sviluppò la teoria secondo la quale il linguaggio umano si sarebbe sviluppato dal canto degli uccelli.
Insieme ad alcuni colleghi, Miyagawa suggerisce che il nostro linguaggio si fonderebbe su due componenti distinte, entrambe presenti in forma semplice in animali meno evoluti.
In pratica, gli studi del professor Shigero Miyagawa proverebbero che il linguaggio umano è frutto della combinazione tra il linguaggio espressivo dei canti e richiami di animali e le combinazioni lessicali, peculiari dell’uomo.
“L’ipotesi integrativa” di Miyagawa sposa la tesi che l’uomo rappresenti l’unico caso in natura in cui il sistema lessicale e quello espressivo lavorino a braccetto: il primo si destreggia tra circa 60 mila vocaboli, il secondo permette di assemblarli in schemi funzionali.
I nostri antenati sembra dunque che abbiano prima sviluppato la capacità di “cantare” in modo simile gli uccelli e poi abbiano imparato a includere le parole nei loro vocalizzi.
Ci sono però fattori che smentiscono questa ipotesi integrativa e che fanno, invece, pensare che le analogie tra uomini e uccelli siano dovute a una casuale convergenza evolutiva- Secondo queste ipotesi la convinzione di Miyagawa rimarrebbe soltanto una teoria molto suggestiva.
Info prese da un articolo su RivistaNatura.com
Questo contenuto fa parte della rubrica MondoVeg.it a cura di Roberta Pupa. Per ascoltare altre interessanti curiosità sul mondo che cambia, clicca QUI.
Milano, 05/02/2022 – GC