DNA ANCESTRALE PER I MUFLONI DEL GIGLIO
Mufloni del Giglio ancora sotto attacco nonostante siano creature altrove estinte
Parlare della situazione più che precaria dei mufloni del Giglio è quasi diventato un triste appuntamento annuale.
I mufloni del Giglio sono nuovamente condannati a morte dalle istituzioni: dal 1° ottobre il piano venatorio della Regione Toscana prevede l’uccisione degli ultimi 37 animali rimasti sull’isola. Siamo quindi allo stesso punto dello scorso anno nonostante sia emerso che queste meravigliose creature siano probabilmente una popolazione residua altrove estinta.
Un importante appello
Ma prima di parlare del DNA ancestrale dei mufloni del GIglio, ci preme lanciare un importante appello lanciato da Piero Liberati che sta presidiando l’isola del Giglio per i mufloni.
Ciao, qualcuno non riesce a fare qualche giorno al Giglio?
Siamo in 30, ma fino al 15 marzo non possiamo essere sempre presenti.
Finora stiamo funzionando alla grande ma a breve secondo me succederà una strage.
Se ci sono volontari in Lazio/Toscana che può dare una mano, hanno alloggio gratuito
Se interessati,
scrivere a rigarestorto@gmail.com
L’esperienza di Tony Curcio sull’Isola
Mail bombing per i mufloni
L’associazione Vitadacani si attiva e chiede ai cittadini di partecipare a una nuova protesta per bloccare questa ennesima azione violenta
“In un momento di grave crisi per l’ambiente, le istituzioni europee e chi ci governa anziché tutelare la natura continuano a offenderla, a usare armi e investire denaro nella distruzione. Tutto questo è miope, drammatico e inaccettabile, commenta Sara d’Angelo, presidente dell’associazione Vitadacani e coordinatrice della Rete dei Santuari . Chiediamo serie politiche ambientali che tengano conto della convivenza e della continuità tra specie e non finanziamenti a progetti di genocidio. Vogliamo che la colonia di mufloni sia tutelata nel proprio habitat”.
L’associazione invita i cittadini a far sentire la propria voce in difesa dei mufloni scrivendo al presidente della Regione Eugenio Giani e all’assessore Stefania Saccardi. Per leggere la delibera regionale che condanna i mufloni e partecipare alla protesta: https://www.vitadacani.org/eradicazione-dei-mufloni/
Anche L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) lancia un appello per aderire alla mail bombing contro la caccia ai mufloni dell’Isola del Giglio.
L’Oipa chiede alla Regione Toscana e all’Ente Parco dell’Arcipelago toscano di sospendere immediatamente le uccisioni dei mufloni del Giglio. In piena crisi ambientale e di fronte a soluzioni alternative valide e non cruente, non è pensabile che, ancora oggi, si ricorra alle armi e a una carneficina che non risparmia nemmeno le femmine gravide e i cuccioli.
Si può sottoscrivere la protesta alla pagina web https://www.oipa.org/italia/mufloni-isola-del-giglio-mailbombing, che inoltrerà automaticamente la lettera di dissenso alle autorità coinvolte nella decisione di rendere cacciabili questi maestosi animali se avvistati fuori dal Parco dell’Arcipelago toscano.
Il DNA dei mufloni del Giglio
Secondo lo studio scientifico indipendente, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Diversity, “Islands as Time Capsules for Genetic Conservation: The Case of the Giglio Island Mouflon” (“Le isole come capsule temporali per la conservazione della diversità genetica: Il caso del muflone dell’Isola del Giglio”) che ha come oggetto la genetica dei mufloni dell’Isola del Giglio, risulta che i mufloni presenti al Giglio sono molto probabilmente una popolazione altrove estinta.
In pratica gli scienziati sostengono che i mufloni del Giglio hanno un’alta priorità di conservazione, pertanto non devono essere eradicati, ma anzi è importante salvaguardarli in quanto elemento unico di Biodiversità.
I risultati dello studio genetico hanno infatti identificato la popolazione di mufloni dell’Isola del Giglio come elemento fondamentale per conservazione . Il numero limitato di individui mette in pericolo questo inestimabile ed unico pool genetico. Fino a questo momento, le operazioni messe in atto non si sono avvalse delle analisi genetiche che ora, invece, sono disponibili.
Le azioni in corso di realizzazione non si sono avvalse di analisi genetiche che ora ci sono: ci auguriamo che l’Ente Parco vorrà farne buon uso e rivalutare le azioni previste. Gli sforzi dovrebbero essere ora concentrati sulla protezione dei pochi esemplari rimasti e sulla salvaguardia di questa straordinaria popolazione relitta.
Sono dunque i ricercatori stessi a chiedere all’Ente Parco di fare un passo indietro circa la cattura e traslocazione, gli abbattimenti e la sterilizzazione chirurgica in quanto ora gli sforzi devono ora concentrarsi sulla protezione dei pochi esemplari rimasti al fine di salvaguardare questa straordinaria popolazione relitta.
Milano, 22/10/2022 – GC