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FASHION WEEK, LA PROVOCAZIONE DI PETA

PETA “provoca” in Piazza Duomo a Milano per spingere un look cruelty free

Ha fatto molto discutere la sfilata di Schiaparelli a Parigi durante la quale le modelle si sono presentate in passerella con abiti fashion “accessoriati” di teste di animali.

Ovviamente gli animali erano finti, ma non è quello il punto, il punto è capire con che intento lo fashion stylist Daniel Roseberry ha realizzato gli abiti.

Se l’intenzione era quella di creare scalpore, c’è riuscito alla grande, visto che le immagini hanno fatto il giro del web in poche ore suscitando non poche critiche e polemiche.

In tanti si sono indignati alla vista di quegli abiti perché davano l’impressione di essere una macabra esibizione di trofei di caccia ostentando, per l’ennesima volta e come se ce ne fosse bisogno, la dominazione dell’uomo sul mondo animale, ma, al di là delle motivazioni che ha spinto lo stilista di Schiaparelli a creare questo tipo di collezione, c’è chi ha dato una chiave di lettura proprio contraria.

A farlo è PETA – People for the Ethical Treatment of Animals. Ingrid Newkirk, presidentessa dell’associazione, ha rilasciato una nota per la stampa pubblicata da Vanity Fair in cui dichiara:

“L’aspetto di Kylie, Naomi e Irina celebra la bellezza degli animali selvatici e potrebbe essere una dichiarazione contro i trofei di caccia, in cui leoni e lupi vengono fatti a pezzi per soddisfare l’egoismo umano”.

Ecco dunque che l’associazione ha preso spunto dalla sfilata di Parigi per provocare i passanti in Piazza Duomo a Milano a ridosso della fashion week del capoluogo meneghino.

Riportiamo di seguito il comunicato stampa ufficiale di PETA.

Daniela Martani in abito ‘testa di mucca’ stile Schiaparelli

promuove il look senza pelle alla settimana della moda a Milano

martani per peta 2023

Milano – Dopo la risonanza alla Paris Couture Week, provocata dai modelli tridimensionali di testa di animale di Schiaparelli, indossati da Naomi Campbell e altre modelle, Daniela Martani ha sfilato per la PETA lungo la “passerella” di Piazza del Duomo alla vigilia della settimana della moda a Milano, indossando un abito impreziosito da una finta testa di mucca, in omaggio allo stile del designer, ma con un tocco vegano. L’azione ha mirato a ispirare gli amanti della moda ad abbandonare la pelle animale, per la quale ogni anno vengono uccisi più di 1 miliardo di animali mucche comprese, a favore di materiali a base vegetale come la pelle ricavata dall’ananas.   

“Le ‘teste di animali’ di Schiaparelli hanno scatenato un dibattito più che necessario sull’orrore della caccia al trofeo, e ora la rivisitazione di PETA invita a un dialogo simile sulla crudeltà insita nell’industria della pelle”, afferma Mimi Bekhechi, vicepresidente di PETA per Regno Unito, Europa e Australia.

“Non ci sono scuse per uccidere gli animali per la moda, soprattutto con l’abbondanza odierna di splendidi materiali vegani ecologici”.

L’agricoltura animale (che include l’industria della pelle) è responsabile di quasi un quinto delle emissioni di gas serra di origine umano.

Con il mercato globale della pelle vegana stimato di crescere fino a superare i 39 miliardi di euro entro il 2025, ora ci sono opzioni di pelle non di origine animale prodotte in modo più sostenibile che mai, compresi i tessuti naturali realizzati con foglie di ananas, mele e funghi.

La PETA
il cui motto recita, in parte, che “gli animali non sono nostri per essere indossati”
si oppone allo specismo, una visione del mondo basata sulla supremazia dell’essere umano.
PETA ROSITA CELENTANO
Non è la prima volta che l’associazione si fa portavoce di chi sceglie un abbigliamento senza sofferenza avvalendosi della collaborazione di personaggi pubblici.
Rosita Celentano – Foto di David Camilli

Milano, 22/02/2023 – GC

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