PAROLA D’ORDINE: UCCIDERE. GLI ORSI.
Si intensifica la guerra contro gli orsi del Trentino da parte della Provincia di Trento.
Risale a qualche giorno fa il comunicato stampa, apparso sul sito della Provincia di Trento, che informa circa il via libera della giunta al nuovo DDL che prevede ed autorizza fino ad 8 abbattimenti di esemplari all’anno. Parola d’ordine, dunque: uccidere… sterminare.
Secondo l’assessore Failoni, assessore all’artigianato, commercio, turismo, foreste, caccia e pesca:
“Si tratta del frutto di un accordo con il Governo, che rappresenta un cambio di passo importante oltre che un risultato che guarda alla specificità del nostro territorio. Mettiamo così un freno all’impennata della popolazione di plantigradi, a garanzia della sicurezza delle persone, con l’effetto di migliorare anche le condizioni di lavoro degli agricoltori e di quanti lavorano nell’ambiente forestale”.
L’obiettivo, che sta alla base del disegno di legge approvato il 19 gennaio dalla Giunta provinciale, è quello di contenere il trend di crescita degli orsi in Trentino che, secondo l’ultimo Rapporto grandi carnivori 2022 supera le 100 unità compresi i cuccioli.
Affinché si possa passare dalla parola ai fatti, servirà il via libera del Consiglio provinciale dopo il necessario passaggio nella Commissione competente.
Il disegno di legge conferma, infatti, che spetta al presidente della Provincia la possibilità di disporre l’abbattimento dei singoli esemplari problematici, quale misura di sottrazione permanente all’ambiente naturale.
È stata inoltre introdotta una norma secondo la quale, in base all’analisi demografica condotta da Ispra nel 2023 a supporto della valutazione delle possibili opzioni gestionali, per il 2024 e il 2025 il numero di orsi che potranno essere uccisi è di otto esemplari all’anno, di cui non più di due femmine adulte e non più di due maschi adulti.
A partire dal 2026, le quote massime andranno ridefinite con Ispra, in base agli ulteriori dati demografici che saranno disponibili. Da tenere però presente che, come l’assessore Failoni sottolinea il nulla osta di Ispra, se pur necessario non sarà vincolante.
Un altro articolo sulla questione orsi in Trentino, QUI.
Mobilitazione dunque contro queste ignobili decisioni.
MANIFESTAZIONE NAZIONALE #STOPCASTELLER – Scendiamo in piazza a Trento il 10 febbraio alle 14.00
Orso Johnny-MJ5 non corre più.
Ci eravamo illuse che la sua fuga potesse durare per sempre, ma la stagione che stiamo vivendo non è quella dei “lieto fine”. Apparteneva a lui uno dei 3 corpi rinvenuti senza vita tra fine settembre ed inizio ottobre in Val di Non, la notizia è stata resa nota due giorni fa dall’Istituto Mach, che a quanto pare c’ha messo ben 3 mesi per portare a termine l’identificazione dei suoi resti.
Inconsapevolmente, con la sua fuga rocambolesca durata ben 7 mesi, Johnny ha contribuito in misura fondamentale alla creazione di un immaginario forte, che ha fatto interessare ed affezionare alle vicissitudini degli orsi trentini tantissime persone in tutta Italia e non solo. Nell’apprendere questa ennesima notizia sconcertante, non abbiamo più lacrime, solo tanta rabbia che brucia dentro. Dopo Fiona-F36 e Amir-M62, Johnny è, infatti, il terzo orso trovato morto su cui pendeva un ordine di cattura firmato Fugatti. A questo punto è evidente che continuare a parlare di coincidenze ha davvero poco senso.
A marzo 2023 Johnny, dopo essere stato coinvolto in uno scontro in Val di Rabbi con Alessandro Cicolini, che passeggiava in montagna accompagnato dal proprio cane, è stato il primo orso entrato nel mirino della Giunta leghista in questa seconda tornata persecutoria ai danni dei plantigradi dopo i “fasti” del 2020, anno in cui la PAT imprigionò al Casteller M57 e Papillon-M49. Per altro, le circostanze dell’incidente del 5 marzo non furono mai chiarite (e mai lo saranno, “essendo cessata la materia del contendere”), tanto che durante l’udienza del TAR dello scorso 14 dicembre in diversi interventi da parte dei legali delle associazioni animaliste, si era parlato di quanto fumosa fosse stata all’epoca la ricostruzione dei fatti.
Dopo di lui altri orsi finirono sulla “lista nera”: l’orso Amir-M62 e l’orsa Gaia-JJ4, immediatamente dopo l’incidente avvenuto a Caldes, e l’orsa Fiona-F36, pochi mesi dopo. Come ben sappiamo, Gaia venne subito catturata e condotta al Casteller, mentre sia Amir che Fiona vennero entrambi trovati morti a meno di un mese dall’emissione dell’ordine di incarcerazione. È davvero incredibilmente fortunato il presidente Fugatti: basta che focalizzi la sua attenzione su un orso e questo, misteriosamente, muore!
In Trentino sta succedendo qualcosa di estremamente inquietante, di cui attiviste e attivisti di tutta Italia dovrebbero urgentemente farsi carico. Mai e poi mai ci saremmo immaginate che un giorno ci saremmo trovate nella situazione in cui gli orsi richiusi nelle diverse strutture detentive della PAT sarebbero stati gli unici al riparo dall’essere uccisi. Riceviamo quotidianamente confidenze, mezze voci, più o meno fondate, che in diverse valli ci sono persone che raccontano apertamente che gli orsi realmente uccisi da onesti cittadini insigniti dal mandato popolare sarebbero almeno il doppio di quelli ritrovati. Tutto questo ci fa orrore, ma non ci stupisce: è la tipica mentalità del “paroni a casa nostra”, la messa in pratica del “fai da te” in più occasioni evocato dalle stesse istituzioni. E mentre la strage, indisturbata, prosegue a spron battuto, tanti valligiani continuano a frignare sostenendo che il futuro della vita in montagna sarebbe ormai compromesso dalla convivenza forzata con orsi e lupi e richiedono per questo misure “più energiche”. Per dar loro un contentino, la cricca leghista al governo della Provincia, non solo sembra chiudere un occhio su queste continue sparizioni, ma addirittura si appresta a presentare ed approvare una “legge ammazza-orsi” per ucciderne fino a 24 nel corso dei prossimi 3 anni. Il tutto, dicono, col benestare della solita, sempre più impresentabile, ISPRA. Un atteggiamento ideologico e ascientifico che porterà in poco tempo a una nuova estinzione degli orsi in Trentino.
Sabato 10 febbraio, scenderemo nuovamente in piazza a Trento per una manifestazione nazionale che speriamo altamente partecipata, perché anche se non conosciamo i nomi degli esecutori materiali di questa strage, sappiamo benissimo chi sono i mandanti e non possiamo non far sentire la nostra voce. Il momento di mobilitarsi e di agire è adesso, se non facciamo nulla presto Fugatti avrà vinto su tutta la linea, perché non ci sarà più nessun orso con cui convivere.
Milano, 24/01/2024 – GC