ABRUZZO: SALVIAMO I SUOI CERVI
Una delibera autorizza l’abbattimento di quasi 500 cervi in Abruzzo.
Estate 2024. Cosa succede in Abruzzo?
Succede che i cacciatori, previo pagamento di una tassa, potranno abbattere fino a 469 cervi in Abruzzo a partire dall’ottobre 2024.
Questo è quanto stabilisce la delibera n.509 datata 8 agosto 2024 resa nota dalla Regione Abruzzo. Nessuna distinzione, a rischio di “prelievo” cuccioli, adulti, femmine e maschi.
I cacciatori dunque sono tenuti a pagare un “premio” che arriva fino a 250 euro (600 per i non residenti) per poter soddisfare la loro sete di sangue, ma la cifra può notevolmente salire se il mirino si posa e va a segno abbattendo qualche «maschio adulto da trofeo» il prezzo verrà infatti stabilito da un “esperto di trofeistica abilitato».
Beneficiario dei “premi” che i cacciatori sono tenuti a versare per rivendicare il diritto di spargere morte sono gli all’ATC – Ambito di Caccia Territoriale, ovverosia organismi gestiti dai cacciatori che si appropriano della fauna selvatica facendone profitto. Fauna selvatica che dovrebbe essere patrimonio indisponibile statale, pertanto “ricchezza” di tutti.
Ovviamente la reazione del mondo animalista e antispecista non si è fatta attendere. On line la petizione “Fermiamo la strage di cervi in Abruzzo” che chiede alla Regione Abruzzo di sospendere la delibera e aprire il confronto per giungere a un piano di gestione faunistica capace di contenere i danni, evitare incidenti stradali e garantire la presenza della fauna.
Il parere di Francesca di ARIEL
Altre azioni ci vengono suggerite da Francesca Cosentino, presidente di ARIEL – La speranza di chi non ha voce ODV, che esprime il suo parere e invita ad intraprendere altre delle iniziative per far sentire in nostro comune dissenso.
«Per accontentare un piccolo gruppo di cacciatori, verso i quali presidente e vice-presidente della Regione Abruzzo manifestano una sempre maggiore sudditanza, si abbandona impunemente la visione di un Abruzzo capace di convivenza con la fauna selvatica e, soprattutto, si tradisce un modello di educazione ambientale e di tutela della biodiversità faticosamente delineato negli anni» – Cit. dal testo della petizione.
Milano, 10/09/2024 – GC