IDEONELLA: IL BATTERIO ALLEATO DEL PIANETA
Ideonella Sakaiensis: Il batterio mangia plastica
L’incombente problema della plastica
RadioVeg.it ha affrontato tante volte le problematiche legate alla plastica e continuiamo a chiederci se il comune cittadino o le istituzioni li percepiscono come molto gravi e se c’è la reale volontà di cambiare le abitudini, anche a livello individuale, per arginarlo. Sono gli oceani e i mari gli ecosistemi maggiormente colpiti dall’inquinamento causato dall’uso smodato e dallo scorretto smaltimento della plastica e la scoperta della Ideonella Sakaiensis non può che essere una bella notizia.
Ideonella Sakaiensis
Risale però al 2016 la sorprendente scoperta, fatta al Kyoto Institute of Technology da Shosuke Yoshida e collaboratori, della Ideonella Sakaiensis 201-F6 che risulta essere una vera e propria nemica della plastica.
La scoperta è il frutto di un lavoro congiunto di vari atenei giapponesi e la ricerca è stata pubblicata Science.
Fino ad allora solo poche specie di funghi erano stati identificati come capaci di degradare il Pet. In questo caso invece i ricercatori hanno raccolto 250 campioni di detriti di pet, presenti nel suolo, sedimenti e acque di scarico, cercando dei possibili batteri. Hanno così identificato, l’Ideonella Sakaiensis 201-F6, che adopera il Pet come fonte principale di energia e carbonio, ed è in grado di ‘mangiare’ completamente una pellicola sottile di pet dopo 6 settimane, ad una temperatura di 30°.
Fu una scoperta quasi casuale in quanto la ricerca era partita al fine di comprendere a fondo il metabolismo di questi microrganismi che utilizzano il PET come fonte primaria di carbonio e, invece, si concluse con la scoperta di questo prezioso batterio in grado di degradare materie plastiche.
E’ curioso sapere come questo batterio si si è adattato ad utilizzare come fonte alternativa per il proprio metabolismo, una substrato/materia che non esisteva fino a poco più di 50 anni fa.
Questione di resilienza? Non ci sarebbe nulla di strano, vista la capacità della natura di “adattarsi” e trovare nuove soluzioni per vincere sull’uomo!
Come funziona l’Ideonella
I ceppi del batterio, fatti crescere sul pet, i producono i due enzimi che lo scompongono in due monomeri (acido tereftalico e glicole etilenico) più semplici e amici dell’ambiente, con una reazione immediata.
L’enzima ISF6_4831 lavora infatti con l’acqua per disintegrare il Pet in sostanze ‘intermedie’, che vengono poi ulteriormente scomposte dall’altro enzima, ISF6_0224. A differenza degli enzimi di altri batteri, la funzione di questi due sembra essere unica.
Un passo in più è stato fatto verso una evoluzione della struttura dell’enzima PETase al fine di ottenere maggiori prestazioni rispetto all’originale, che si è dimostrato in grado di degradare anche il PEF, una bioplastica pensata per sostituire il PET nella fabbricazione di bottiglie per bevande.
Ora l’obiettivo è quello di sviluppare le potenzialità dei due enzimi coinvolti nel processo di degradazione del polimero, al fine di accorciare il processo biochimico che, al momento richiede un tempo piuttosto lungo.
E’ quindi tutta in discesa la strada verso l’utilizzo su scala industriale di questo processo che risolverebbe in grande parte il complesso ciclo di gestione dei rifiuti plastici e rappresenterebbe una valida opzione per ridurre il problema dei rifiuti plastici riversati negli oceani, causa di milioni di vittime tra le creature marine.
Milano, 07/02/2022 – GC