DANIMARCA NO TAX NO MEAT
Chissà come reagirebbero i carnivori se anche in Italia si proponesse quel che il “Consiglio Etico” danese ha proposto al loro Parlamento. Già, perché essere “carnivori” in Danimarca rischia di diventare particolarmente caro!
Pare infatti che il Paese nordico stia considerando la possibilità di introdurre una tassa sulla carne rossa sperando che questa azione incentivi la popolazione a consumarne meno.
L’International Business Times, che riporta la notizia, precisa con sollecitudine che la decisione non dipende dal fatto che si voglia portare il paese nord-europeo ad una svolta vegana, come se fosse un male, ma chiarisce che si tratta di una mossa mirata solo, ma comunque non è poco, a ridurre il proprio impatto sull'ambiente e a contrastare gli effetti del riscaldamento globale.
La dichiarazione della FAO, secondo la quale oltre il 10% delle emissioni globali di gas-serra dipendono dall'agricoltura animale, è stata più volte oggetto di discussioni su cosa si possa fare per trovare un equilibrio fra gli allevamenti, che continuano ad essere visti come garanzia di cibo sano e posti di lavoro in tutto il mondo, anziché luoghi di inutile sofferenza e morte, e la necessità di ridurre il peso di questa attività sull'ambiente. Il consiglio danese ha pensato di risolvere il problema rendendo economicamente svantaggioso il consumo di carne.
Il “Consiglio Etico” – Det Etiske Råd, ente costituitosi grazie ad una legge del parlamento danese nel 1987, ritiene che i danesi abbiano l'obbligo etico di minimizzare il proprio impatto sul clima e che il punto più logico dal quale iniziare sia la riduzione del consumo di carne rossa, ma, non avendo fiducia nel senso civico della popolazione che probabilmente non cambierebbe abitudini con una semplice raccomandazione, ha deciso di raggiungere lo scopo scoraggiandone il consumo con una nuova tassa.
In un comunicato ufficiale, il portavoce del Consiglio Etico Mickey Gjerris spiega che: "Una risposta efficace ai cibi che danneggiano il clima, che contribuirebbe anche ad aumentare la consapevolezza del cambiamento climatico, deve essere unitaria, il che richiede che la società invii un chiaro segnale attraverso la legge".
La proposta della tassa sulla carne rossa ha ricevuto un voto favorevole da 14 dei 17 membri del consiglio, che vorrebbe vedere un'imposta su tutti i cibi che hanno un impatto negativo sul clima, ma che, al momento, sembra disposto ad "accontentarsi" di una tassazione unicamente sulla carne rossa, definita il cibo "indiscutibilmente più distruttivo" per il pianeta.
Quanto sopra ce lo conferma una ascoltatrice di Rovigo, Marta A. che ha vissuto un anno in Danimarca avendo aderito al programma Erasmus. Ecco le sue parole alla nostra domanda: Ti risulta sia vero la notizia che circola ultimamente in rete? “Tutto vero! Lo dice proprio un articolo tratto dal sito della radio ufficiale danese dr.dk. Questo consiglio etico ha proposto allo stato di tassare la carne rossa poiché come la produzione e consumo di alcool/tabacco/benzina provoca danni all'ambiente, anch'essa (o meglio è la lavorazione della carne la causa) produce Co2 come si può vedere dall'immagine presa da un altro sito affidabile che ne parla ing.dk. Avendo vissuto in Danimarca un anno ti posso assicurare che almeno 6 giorni su 7 i danesi mangiano carne bovina. Che sia un modo per tassare ulteriormente i cittadini traendone sicuramente beneficio economico da parte dello stato non lo so, ma di certo, pagando tutti le tasse, la Danimarca è il 2 paese al mondo dopo la Nuova Zelanda ad avere il minor tasso di corruzione, se dovesse passare questa legge lo stato avrebbe un grossissimo e non un indifferente introito monetario”.
“Se dovesse passare la legge”, dice bene Marta, perché, per contro, Thomas Danielsen, portavoce del partito di governo Venstre, ha spiegato come un provvedimento di questo tipo avrebbe effetti decisamente limitati: "Forse farebbe crollare il consumo di carne in Danimarca” dice “ma non farebbe molto per le emissioni globali di CO2". Parere molto discutibile, ma è purtroppo chiaro che, per quanto la presa di posizione del Consiglio Etico porti alla luce l’annosa questione dell’impatto sull’ambiente dell’industria alimentare, per quanto possa far discutere e, magari, faccia aprire gli occhi a qualcuno, al momento pare sia improbabile che la proposta possa mai trasformarsi in una legge.
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Milano, 30/4/2016 – GC