PALESTINIAN ANIMAL LEAGUE, LA STORIA DI MOHAMMED
Mohammed è un ragazzo palestinese di 18 anni, Mohammed che, come dice lui, vive dalla parte sbagliata del muro, ha vissuto un'esperienza purtroppo comune in Palestina: è stato imprigionato in giovane età dalle autorità israeliane per un presunto “crimine” che non è mai stato né dimostrato né provato.
La sua è una storia che fa male, a lui per primo, ma è proprio Mohammed, che tutti chiamano Dob, a non volere che svanisca dalla sua memoria, quindi l'ha scritta e noi ve la facciamo conoscere volentieri.
Da quel buio periodo, non ne è uscito indurito o arrabbiato, non ha perso la fiducia in sé stesso e nel futuro e a salvarlo sono stati una gattina e due uccellini. In carcere Mohammed si sentiva "uguale a dei piccoli uccelli: ossa e piume non ancora abbastanza forti per prendere il volo, esseri innocenti che sono caduti dal nido, strappati involontariamente alla loro casa e alla loro famiglia ed atterrati, come me, sul lato sfortunato del muro”.
E la gattina? La gattina vagava un giorno sola e affamata per il compound. Mohammed si sentiva simile a lei, senza speranza, così dopo qualche titubanza, decise che non poteva lasciarla al suo destino, decise di salvarla e offrirle quella compassione che a lui era stata negata. Così raccolse la piccola gattina arruffata e divenne il suo guardiano.
La chiamò Simba. Le fece un giaciglio per la notte con l’unico cambio di abiti che possedeva. Simba lo seguiva dappertutto e andava a trovare anche gli altri prigionieri. Dob profuse in lei tutte le sue cure e le sue attenzioni, come se fosse un bambino. Quando fu trasferito per due settimane in un’altra prigione, la pensò costantemente sentendone la mancanza era preoccupato per lei, ma quando tornò, lei era lì ad aspettarlo.
Tutto accadde di nuovo quando Dob trovò due minuscoli uccellini nascosti all’interno di un nido rotto caduto dalla cima del muro. La loro madre svolazzava sopra di loro, spaventata. Guardando quella madre, Dob pensò alla propria e alla paura che la donna provò quando lui le era stato portato via. Come aveva fatto con Simba, Dob nutrì gli uccellini con la sua razione giornaliera di pane. Quando furono grandi e forti, in grado di prendere il volo e lasciare il carcere, Dob rimase stupito nel vedere che preferivano stare con lui. Gli rimanevano sempre vicino, tranne alcuni momenti del giorno in cui, passando attraverso un piccolo foro nel tetto metallico, volavano nel cielo. Dob non li perdeva mai di vista.
Dob sentì che lui, Simba e i due uccellini stavano condividendo la stessa vita e lo stesso destino e, in quella consapevolezza, Dob trovò la libertà. Le mura e i reticolati della prigione potevano sì imprigionare il suo corpo, ma non potevano imprigionare la sua mente, i suoi pensieri, la sua compassione e i suoi sogni.
Una volta uscito dal carcere Mohammad decise di essere un attivista della PAL – Palestinian Animal League e seguì suo zio Ahmed nelle varie attività dell'associazione.
Così per Mohammed/Dob è iniziata la vera vita, è iniziato il suo futuro.
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Milano, 30/07/2016 – GC