NON SOLO PLASTICA
Cosa fare dei rifiuti che vengono prodotti quotidianamente dagli esseri umani, e spesso abbandonati, cercando di non compromettere le riserve naturali? È uno dei problemi più gravosi del nostro tempo.
Il destino delle microplastiche.
Le persone in tutto il mondo, ogni anno producono tonnellate di minuscoli pezzetti di plastica che si trasformano a loro volta in residui non più grandi di un seme di sesamo o lanuggine. Gran parte di questi rifiuti finirà per disperdersi nell’ambiente. Queste, così dette microplastiche, sono state trovate negli oceani e restano intrappolate nel ghiaccio artico, finendo di conseguenza nella catena alimentare.
Una serie di studi recenti dimostrano che questi minuscoli residui plastici possono degradarsi rapidamente e, in alcuni casi, vanno possono alterare interi ecosistemi. Gli scienziati hanno documentato la presenza di microplastiche tossiche in tutti i tipi di animali: dai crostacei agli uccelli, dai pesci alle balene, e di sono già finite da tempo nella nostra catena alimentare: si stima che ogni anno ciascuno di noi ne ingerisca almeno 250 grammi con conseguenze ad oggi sconosciute per la salute.
.. e di tutti gli esseri viventi costretti a convivere con esse.
Non solo le microparticelle quindi rappresentano una grave minaccia per gli esseri viventi. Plastiche di svariate dimensioni e formati, che galleggiano e viaggiano con le correnti e insudiciano la superfice terrestre, vengono accidentalmente ingerite dagli animali, con esiti spesso letali. Anche una lattina, un contenitore un barattolo che impiegano millenni per degradarsi, diventano parte dell’ambiente e possono trasformarsi in trappole non solo per mammiferi di varie dimensioni ma anche per insetti, rettili, uccelli. Tutti i rifiuti abbandonati nei parchi, sul ciglio della strada nei giardini, nei fossi sono causa di ferimento o morte per tutte le specie viventi che li abitano.
Tanti rifiuti.
Esistono però sostanze più subdole ed invisibili ad occhio nudo, derivanti da rifiuti tossici industriali e materiali di scarto, che possono causare morte, lesioni o difetti di nascita nella flora e nella fauna, oltre che nell’uomo.
Esempi tipici sono, cloro, diossina, amianto, pesticidi, sostanze radioattive o metalli pesanti quali piombo, arsenico, cadmio e mercurio, ormai presenti nelle falde
acquifere, nel sottosuolo e nelle piogge acide e spesso sversate nelle nostre acque.
Questi sono i danni del progresso, che crea “benessere” all’essere umano, una sete inesauribile di possesso e ricchezza che si trasforma in perdita di vita. La nostra stessa vita, oltre che quella di interi ecosistemi! Mai come adesso urge dare risposte per salvaguardare l’ambiente, molto può essere fatto dai singoli individui, oltre che dai governi, per creare una coscienza e sensibilità ecologica, sopratutto nelle generazioni future.
Vivere senza rifiuti.. O anche solo senza plastica? Si può.
E se sei alla ricerca di consigli per vivere in modo più green.. qui puoi trovare degli spunti!
Valentina Scorcia
Milano, 09/04/2021 – EB / GC