OZONO E PLASTICA: DUE GIORNATE A SETTEMBRE PER PARLARNE
A Settembre due giornate internazionali atte a sottolineare l’importanza della salvaguardia dell’ambiente, già gravemente compromesso.
Se ne parla ormai da tanto tempo, ma la plastica è ancora troppo presente nel nostro quotidiano. E che dire del buco dell’ozono, si sarà ridotto?
Due giornate mondiali per focalizzarsi su queste due tematiche.
12 Settembre – Giornata internazionale senza sacchetti di plastica
Questa giornata viene osservata per sensibilizzare la gente ed i governi sui gravi problemi legati all’inquinamento da plastica e sulla minaccia che rappresenta per l’ambiente naturale che va dalla terra alla vita marina, ed è presente nei luoghi più insoliti, tra cui le profondità degli oceani e le calotte polari.
Poiché i sacchetti di plastica impiegano circa dai 100 ai 500 anni per decomporsi, diventa imperativo lanciare un allarme contro gli effetti negativi dei sacchetti monouso.
Come celebrare quindi questa importantissima giornata per educare le attuali e future generazioni?
- Dì no ai sacchetti di plastica monouso.
- Utilizza la tua borsa di stoffa o un sacchetto di carta quando vai a fare shopping.
- Non solo risparmierai denaro: diversi negozi di alimentari offrono sconti per i clienti che portano le proprie borse, ma contribuirai anche a salvare l’ambiente.
- Crea la tua borsa e portala con stile!
- Ricicla tutta la plastica in casa e in ufficio.
- Spargi la voce in famiglia e tra gli amici.
- Se sei un’azienda, perché non realizzare borse di stoffa promozionali da regalare ai tuoi clienti?
Come vedete ci sono molti modi creativi per cambiare direzione e bisogna farlo subito! Molti paesi in tutto il mondo hanno introdotto il divieto di utilizzare sacchetti di plastica nel tentativo di controllare l’inquinamento ambientale. Dal primo gennaio 2018 in Italia, nella distribuzione non si possono più usare i “normali” sacchetti leggeri, ma si devono utilizzare quelli biodegradabili e compostabili.
Un altro tema scottante che riguarda l’ambiente ed i suoi abitanti è la fascia dell’ozono…
16 Settembre – Giornata internazionale per la preservazione dello stato di Ozono
Nel 1994, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato questa giornata, commemorando la data della firma, nel 1987, del Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono l’ozono.
L’obiettivo principale del Protocollo di Montreal è proteggere questo strato, adottando misure per controllare la produzione e il consumo globale totale di sostanze che lo impoveriscono, con l’obiettivo finale della loro eliminazione sulla base degli sviluppi delle conoscenze scientifiche e dell’informazione tecnologica. Lo strato di ozono, un fragile scudo di gas, protegge la Terra dalla parte dannosa dei raggi del sole, aiutando così a preservare la vita sul pianeta.
L’eliminazione graduale degli usi controllati delle sostanze lesive per l’ozono Le sostanze maggiormente responsabili sono i cosiddetti Cfc (clorofluorocarburi), e le relative riduzioni non solo hanno contribuito a proteggere lo strato di ozono per questa e per le generazioni future, ma hanno anche contribuito in modo significativo agli sforzi globali per affrontare il cambiamento climatico; inoltre, ha protetto gli ecosistemi limitando la radiazione ultravioletta nociva dal raggiungere la Terra.
Il più grande buco dell’ozono esistente, situato sopra l’Antartico, si è chiuso a dicembre 2020: questa notizia, comunicata dall’Organizzazione Mondiale della Metereologia (WMO), ha fatto il giro del mondo in poco tempo.
Una notizia positiva perché il buco dell’ozono nel 2020, dopo l’estate, aveva raggiunto la grandezza record di 24,8 milioni di chilometri quadrati, destando non poche preoccupazioni. Non possiamo escludere che la riduzione delle emissioni causate dai prolungati periodi di lockdown a livello mondiale abbiano potuto portare alla chiusura del buco a fine 2020.
Ma questo fatto temporaneo, non può farci abbassare la guardia, molto c’è ancora da fare perché la riduzione dei gas serra è una priorità assoluta. Ad esempio poco si è detto e scritto sul settore che utilizza la gran parte delle risorse naturali ed “è il maggior responsabile della crisi ecologica che stiamo affrontando che è quello alimentare: in primis la filiera della carne di cui gli allevamenti intensivi sono da soli responsabili del 14,5% delle emissioni totali di gas serra!
I governi le persone e la politica non possono continuare a girarsi dall’altra parte per tutelate un settore obsoleto che sta letteralmente distruggendo il pianeta ed i suoi abitanti!
Valentina Scorcia
Milano, 12/09/2021 – GC