PLASTICA NELLA PIOGGIA. ENZIMI “MANGIAPLASTICA” PER SALVARCI
Una nuova tecnica per la produzione di plastica compostabile: mix di enzimi in grado di accelerarne la decomposizione.
Plastica come piovesse e non è solo un modo di dire.
Negli ultimi anni l’utilizzo dei prodotti monouso è aumentato in maniera esponenziale, in particolare nell’ultimo, a causa degli accorgimenti contro il contagio da Covid 19.
Uno dei risultati peggiori? Piove plastica. Si, proprio così!
Ormai la plastica viene ritrovata in quantità significative anche dove non ci saremmo mai nemmeno immaginati: nell’aria che respiriamo, nella pioggia o nella neve. Particelle di microplastica sono state ripetutamente rilevate, infatti, nell’acqua di mare e di fiumi e laghi , nell’acqua potabile, nei sedimenti e persino negli animali.
Questo perché pochissima plastica viene riciclata o bruciata: di quella prodotta dagli anni 50 ad oggi si stima che meno del 10% sia stata riciclata e circa il 12% sia stata incenerita.
La restante parte ritorna da noi, anche dentro di noi. Se non vogliamo che la nostra terra si trasformi una discarica bisogna correre ai ripari il prima possibile.
Una soluzione davvero particolare e sorprendente potrebbe essere quella progettata dagli scienziati del Berkeley Lab e della UC Berkeley. Si tratta di una nuova tecnica per la produzione di plastica compostabile, che viene “mangiata” da un enzima e che potrebbe diminuire l’inquinamento da microplastiche nel mondo.
Un vero e proprio mix di due super-enzimi capaci di accelerare di 6 volte la decomposizione dei prodotti grazie a un tipo di batterio, scoperto per caso qualche anno fa da un gruppo di scienziati dell’Università di Portsmouth in una grande discarica in Giappone .
Enzimi per decomporre la plastica
Nel nostro ecosistema , gli enzimi sono ciò che la natura stessa usa per scomporre le cose.
In questo nuovo studio, come spiega il ricercatore Ting Xu, si sono chiesti come possono gli enzimi biodegradare la plastica in modo che torni a essere parte della natura.
In una serie di esperimenti, Xu e collaboratori hanno incorporato tracce di particolari enzimi e proteinasi all’interno dei materiali plastici. Il risultato è davvero entusiasmante: con della semplice acqua calda o con il compost naturale del suolo si eliminano le microplastiche in pochi giorni.
Altra cosa positiva di questa innovativa scoperta è la microscopica quantità di enzimi necessaria a produrre questa materia compostabile.
Grazie alla minima quantità necessaria, servirebbero solo pochi centesimi per la produzione di un chilogrammo plastica.
Questo potrebbe portare, ad esempio, allo sviluppo industriale di una pellicola molto conveniente e facilmente compostabile che potrebbe andare a sostituire gli involucri monouso.
Una svolta doverosa e necessaria per un mondo meno inquinato.
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Maria Rosaria Mingione
Milano, 07/05/2021 – GC