ANIMALISMO: LA STORIA IN BREVE
Un excursus storico dell’animalismo a cura di Mariangela Corrieri
L’animalismo oggi
Il termine animalismo viene coniato negli anni 80 del secolo scorso. Significa “atteggiamento di rispetto e di difesa degli animali nonché dell’ambiente e dell’ecosistema dove gli animali vivono”.
Nessuno dei grandi animalisti considera il problema dei diritti animali fine a sé stesso, ma come parte di un problema più vasto che mette sotto accusa la giustizia, la coscienza e la società umana.
Difendere gli animali evolve la morale e torna a beneficio dell’intera umanità.
Il libro di Peter Singer “Liberazione animale”, è stato la pietra miliare dell’animalismo anti-specista o antispecismo considerato un razzismo di specie. L’antispecismo di Singer è una versione utilitaristica, non si basa su una teoria dei diritti ma sul principio di uguaglianza nella considerazione degli interessi indipendentemente dalla specie di appartenenza: a non soffrire, a non morire.
A Singer ha fatto seguito Tom Regan che è interessato soprattutto alla questione dei diritti morali fondamentali del regno animale. I sui libri “Diritti animali” e poi “Gabbie Vuote” sono concentrati sui nostri doveri diretti sui diritti morali fondamentali quali il diritto a non soffrire alla libertà, che ogni essere dotato di valore inerente possiede. Quindi occorre andare. Tom Regan ritiene che non sia sufficiente attribuire agli animali interessi ma diritti in quanto soggetti di una vita.
In Occidente
Le radici dell’animalismo si ritrovano nell’antica Grecia, tra filosofi, scienziati, grandi personaggi come Porfirio, Pitagora, Plutarco, Democrito, Stratone, Teofrasto che condannava la tradizione religiosa con i sacrifici di animali. Poi Senocrate, Empedocle, Seneca.
Pitagora – Coloro che uccidono gli animali e ne mangiano le carni saranno più inclini dei vegetariani a massacrare i propri simili.
Plutarco – Ciò che si fa agli animali presto lo si fa anche agli uomini.
Empedocle – E’ una grande vergogna spargere il sangue e divorare le belle membra di animali ai quali è stata violentemente tolta la vita.
Seneca – C’è un profondo legame tra uccidere animali e massacrare uomini in guerra.
Gli Egiziani seppellivano i lupi, gli orsi, i coccodrilli, i cani e i gatti in luoghi sacri, imbalsamavano i loro corpi e portavano il lutto alla loro morte.
I cristiani non si rifiutavano di mangiare carne né di uccidere gli animali e furono i movimenti ereticali come i manichei, i catari, gli albigesi a mantenere quelle antiche tradizioni.
Nel medioevo quando si perseguitavano gli eretici, per riconoscerli si imponeva loro di uccidere un pollo. Un eretico si sarebbe rifiutato.
Tempi a noi più vicini
Più vicino a noi, ognuno con modalità e rigore diverso, ci sono: Francesco d’Assisi che chiamava gli animali fratelli minori, Leonardo da Vinci, Tolstoj che ha scritto il libro “Contro la caccia e il mangiar carne”, Voltaire vegetariano, Montaigne, Albert Shwitzer, Kant, Scopenhauer, Rousseau, Einstein, Gandhi, Capitini fondatore del movimento vegetariano in Italia , Margherite Yourcenar, fino a Jeremy Bentham che ha ispirato i filosofi moderni con la famosa frase: La domanda non è possono ragionare né possono parlare ma possono soffrire?
Leonardo Da Vinci – Verrà il tempo in cui l’uccisione di un animale sarà considerata alla stessa stregua dell’uccisione di un uomo.
Albert Shwitzer – Ci sono due modi di sfuggire alle miserie della vita: la musica e i gatti.
Scopenhauer – Nessuno ti amerà più di un cane
Rousseau – Tutti gli animali diffidano dell’uomo, e non hanno tutti i torti, ma quando sono sicuri che non vuol fargli del male, la loro fiducia diventa così grande che bisogna essere più che barbari per abusarne.
Einstein – Nulla gioverà alla salute e alla sopravvivenza della vita sulla terra come l’adozione di una dieta vegetariana.
Gandhi – Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali.
Margherite Yourcenar – Gli uomini saranno torturati e uccisi fino a che gli animali saranno torturati e uccisi.
Lev Tolstoj – Se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani.
Quindi, in occidente, fra il 700 e l’800, si cominciò a ripensare la tradizionale separazione tra umani e non umani, nacquero le prime campagne zoofile per la tutela animale soprattutto da parte delle classi aristocratiche e borghesi.
Primo paese fra tutti fu l’Inghilterra vittoriana con l’intento di diffondere istruzione e educazione alle classi inferiori. Indiscusso il primato britannico nel campo del protezionismo animale
In Oriente
Il pensiero animalista nasce in India ben 5000 anni fa in seno alla all’antica cultura vedica. Ogni animale, ha una forza magica e simbolica, espressa in ciascuna delle tre religioni più importanti dell’India: induismo, buddhismo e jainismo che ha origine nel 600 a.c. filosofia della non violenza: vivi e lascia vivere.
Accanto ai templi jainisti si trovano spesso rifugi per animali anziani o feriti e non di rado i fedeli acquistano animali dal macello per dare loro salvezza e ricovero.
Sempre in India nel 322 a.c. viene pubblicato il primo libro in cui sono riportate le leggi che tutelano gli animali prevedendo severe punizioni. Proverbiale era l’amore di Krisna per gli animali (La carne degli animali è come la carne dei nostri figli) . Intorno al 250 a.c. nacquero i primi ospedali per animali.
Krisna – La carne degli animali è come la carne dei nostri figli.
Zoroastro, profeta persiano, fin dal 500 a.c. sosteneva che la migliore delle opere buone nei confronti della Terra era non maltrattare gli animali.
Il rispetto per gli animali è evidente anche nel Taoismo cinese.
In Italia
Il percorso di tutela degli animali iniziò a Torino nel 1871 quando venne fondata la prima società protettrice degli animali (oggi ENPA) grazie all’interessamento di Giuseppe Garibaldi a seguito delle sollecitazioni della contessa inglese Anna Winter indignata dal cattivo comportamento che si usava in Italia verso gli animali.
Sul modello dell’associazione torinese nacquero associazioni in tutta. Erano gli anni in cui la tutela degli animali era sostenuta dalla pietà e non si parlava ancora di diritti.
La svolta animalista si ebbe a partire dalla seconda metà del XX secolo quando nel 1961 anche il WWF e In Italia la LIPU mentre nel 1952 il pacifista Aldo Capitini aveva fondato la Società vegetariana.
Fu negli anni 70-80 del 1900 che la zoofilia si trasformò in animalismo e nacquero centinaia di associazioni in Italia e nel mondo.
Conclusione
Nessuno dei grandi animalisti considera la questione dei diritti animali fine a sé stessa ma come parte di un problema più vasto che mette sotto accusa la giustizia, la coscienza e la società umana.
Difendere gli animali evolve la morale e torna a beneficio dell’intera umanità.
Parlare di animalismo come di un movimento che si interesse solo di animali è riduttivo dal momento che le sue implicazioni di rinnovamento mentale, morale e spirituale si estrinsecano non solo a livello personale, ma sociale.
Per conoscere qualcuno dei personaggi citati ecco i link alle rubriche che ne parlano.
Bellucci – Paola Simonetti – Wertmuller/Biddau
Milano, 30/11/2023