PEGGIO DEL CASTELLER
Genesi e decisioni di tre anni di catture e prigionie nella Provincia Autonoma di Trento – Articolo di Antonella Giordanelli
Il peggio
“C’è di peggio del Casteller“, mi disse anni fa Eugenio Duprè, funzionario passato al ministero dell’ambiente da ISPRA, in tal modo evitando ogni collaborazione nell’impegno per liberare mamma DJ3 dimenticata da tutti nella straziante prigionia di Trento.
Ancora nel luglio 2018 il comandante Romano Masè, dirigente della Provincia Autonoma di Trento, mi confermava il proprio indifferente nulla osta a trasferirla altrove.
Eravamo solo in tre a non darci pace e a scandagliare parchi e santuari in Europa per ridare dignità a quella giovane orsa, catturata nel 2011 mentre era col suo primo piccolo e mamma Daniza.
Neanche le manifestazioni scatenatesi in tutta Italia per la sua amatissima mamma riuscirono a riportare attenzione alla reclusa del Casteller; anzi cinque anni dopo tutti si meravigliarono vedendo comparire il suo muso mentre immettevano il famoso Papillon nel recinto, da cui ben due volte riuscirà ad evadere.
Maggio 2020
Nella trasmissione di RAI2 ”I fatti vostri” vengono intervistati i ristoratori de “La tana dell’ermellino”, ubicato nel cuore del Parco naturale Adamello Brenta tra Cavédago ed Andalo, perché lì hanno filmato un buffo cucciolo d’orso mentre, quasi fosse un cliente, s‘avvicina alla porta del ristorante chiuso, annusando il bidoncino dell’organico. E lo vedono scappare spaventato quando il titolare da dei colpetti alla vetrata con le nocche delle dita mentre , che fa il video dalla sala. Secondo la gente, l’orsetto vaga da tempo senza mamma in zona Paganella con un fratellino, infatti era già stato ripreso una notte dalla finestra di un condominio mentre, cautamente, cercava cibo nei bidoni della differenziata, fuori dal cortile. Non v’è nessun deterrente che impedisca alla fauna di accedere ai cassonetti e l’abitudine di rovistarvi è condivisa anche da M62 che, per un ben curioso metodo di identificazione adottato dal servizio fauna della PAT, risulta essere nato prima di M57.
Anche un’orsa con la sua cucciolata è segnalata nelle mappe della PAT a un paio di km da Andalo, eppure né popolazione né turisti vengono avvertiti d’essere cauti, specie la notte, e di tenere i cani al guinzaglio. L’avv. Groff, funzionario “tecnico” di Trento, solamente nel novembre 2021 ci rassicura che M62 non è più considerato rischioso perché s‘è rivolto a cercare fonti trofiche lontano dai centri abitati ora muniti di cassonetti anti orso. Meglio tardi che mai, in considerazione che la Paganella è all’interno del parco PNAB e che lo stemma comunale di Andalo dal 1988 raffigura un plantigrado.
23 Agosto 2020
Notte tra sabato e domenica 23 agosto, l’appuntato carabiniere Diego Balasso, 24enne originario di Recoaro, alle 22:30 prima di prendere servizio al turno di mezzanotte, fa una breve escursione nel buio del boschetto con un’amica tra un camping e la stradina di mattoncini intorno al laghetto carsico di Andalo. Al sentire “un rumore dall’acqua e un ramo spezzato”, l’appuntato si avvicina alla “sagoma nera” che “risale dal lago” e affronta impavido l’orso, mentre la ragazza incolume rientra precipitosamente col suo cane al camping.
“Inizialmente” racconta l’appuntato “mentre mi trascinava, ho provato a accendere la musica al telefono, poi gli ho lanciato addosso il telefono e il portafogli”, ma risolutivo è l’intervento del fratello della ragazza che urlando distrae l’orso.
Con strepitosa efficienza trentina, il Corpo forestale della Provincia, coadiuvato dai Vigili del fuoco e dai Carabinieri di Andalo, nel corso della notte ha individuato l’esemplare all’ingresso del paese di Andalo, in direzione Fai, mentre si alimentava in alcuni cassonetti incurante delle luci e della presenza di persone, e ha provveduto a narcotizzarlo. L’orso è stato quindi trasportato al “Casteller” e il carabiniere viene dimesso lunedì 24 agosto.
Insomma tra le 23 e le 3 di notte la PAT già sapeva che si trattava di M57 in quanto in meno di quattro ore ha:
- ascoltato la prima narrazione dell’aggredito (che poi nei giorni seguenti la modificherà non solo e non tanto in diverse versioni alla stampa, quanto nella deposizione che rimane comunque incongruente con la testimonianza dell’amica e di altri presenti nel camping),
- emessa ordinanza orale di captivazione per bocca del presidente Fugatti,
- catturato M57 che sbafava tranquillo immondezza altrove,
- raccolto reperti ursini,
- analizzato il DNA per individuare l’identità dell’orso .
Considerazioni
In molti notano che, pur trattandosi di località turistiche frequentatissime, ogni volta che capitano situazioni simili sono sempre gli abitanti del luogo a “lottare” contro mamme e cuccioli, mai un turista ha avuto la ventura d’intravvedere un orso. Tutti gli aggrediti risultano essere baldi uomini residenti in Trentino e tutti hanno in coro dichiarato che “non tutti i mali vengono per nuocere”. I mali si chiamano Daniza, KJ2 ed M57.
Ed è così che l’amministrazione pubblica compensa l’indennizzo per danni e lesioni che, per contro, le perizie delle “malfidate” assicurazioni hanno negato. Da notare che i cellulari degli aggrediti non hanno mai avuto danneggiamenti durante la colluttazione. Gli omoni perché, nonostante in solitaria escursione in montagna, non se li erano portati appresso, mentre il cellulare del giovane appuntato, benché sia stato utilizzato come deterrente musicale e lanciato come arma di difesa, non si è danneggiato. Peccato non averlo usato per fornire documentazioni audio e immagini.
Tuttavia la domenica, benché traumatizzato e in stato di shock all’ospedale, l’intraprendente carabiniere, oltre a ricevere il presidente della Provincia autonoma di Trento, accompagnato dall’assessore alla salute e dal commissario del Governo, con grande previdenza indirizza una lunga lettera ad una ditta d’abbigliamento sportivo. La lettera viene prontamente pubblicata sulla pagina fb dell’azienda che, in risposta, scrive: ”Molto contenti che tutto si sia risolto sostanzialmente con un grosso spavento e ferite lievi.” e ci tiene ad informare di aver inviato all’appuntato un giaccone sostitutivo in omaggio unitamente alle congratulazioni per la scelta del loro prodotto. Non ci si capacita come una giacca in ecopiuma ARTIC, confezionato per proteggere dal gelo estremo, sia stata indossata dall’appuntato in una calda serata d’agosto sulle rive di un laghetto cittadino a quota collinare. Ma, a quanto dichiara il malcapitato, l’indumento pare essere stata una provvidenziale armatura salvavita durante l’attacco ursino. Il web si scatenerà poi in gustosi commenti e richieste, tra cui quella di scarponi garantiti antimorso per eventuali assalti di formiche rosse.
Il 28 agosto 2020 la PAT rende noto che intende trasferire DJ3 nell’area faunistica a Spormaggiore e preparare nuove aree di detenzione al Casteller.
Autunno/Inverno 2020
Nella notte del 3 settembre 2020, la giunta accetta le dimissioni di Romano Masè da comandante forestale che, però, rimane dirigente della PAT e responsabile APPA. Già il 10 settembre, come comitato OrsiSì, incontriamo l’ing De Col della Protezione civile che lo sostituirà alla direzione generale fauna per orsi e lupi, dal 1 ottobre 2020. Per l’ing De Col la captivazione degli animali selvatici è una crudeltà e vorrebbe svuotare il Casteller per farne in centro veterinario per fauna ferita.
Nel corso dell’inverno muore di vecchiaia un ultraquarantenne plantigrado ospitato nel Parco dei lupi e degli orsi nella Foresta Nera, dove dal 2010 è salva Jurka, popolarissima orsa confidente, prima nella buca del monastero di San Romendio, poi al Casteller.
Si pensa subito di portarvi M57 che, data l’esuberanza infantile, è quello che più soffre la cattività. Per M57, imprigionato da pochi mesi e non ancora castrato data la giovane età, si pensava di avere maggiori probabilità di riuscire a farlo liberare. Inoltre si temeva anche che, perdere questa occasione, significhi per DJ3 rimanere a languire in Trentino nell’oblio.
Così dopo aver soppesato molte considerazioni, il CITES dà inizio alla lunga procedura per il trasferimento presso l’Alternativer Wolf- und Bärenpark Schwarzwald di DJ3 che il meraviglioso staff tedesco chiamerà Isa.
Dopo 9 anni, 11 mesi, 1 settimana e 1 giorno di detenzione, Isa lascerà il Casteller: l’intensità dello sguardo e la dolce bellezza la renderanno riconoscibile nelle decine di foto e filmati pubblicati nella pagina del Parco in Germania.
M57, di male in peggio
Nel frattempo veniamo a sapere, tramite l’ambasciata d’Ungheria, che una Bear Farm vicino a Budapest ambirebbe avere come attrattiva turistica M57 e specialmente M49 Papillon e che l’avv Groff è in trattativa , fin dal gennaio 2021. Il ministero però nega l’autorizzazione perché un animale wild di specie protetta non può venire detenuto in uno zoo completamente avulso dal proprio habitat naturale, insieme ad animali, anche esotici e domestici, addestrati. Per di più lo zoo ungherese non fa nemmeno parte dell’EAZA European Association of Zoos and Aquaria.
Il 9 novembre 2021, all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato in merito a M57, l’Ing. De Col, furioso, ci preannuncia che ISPRA mai e poi mai darà parere favorevole per la liberazione monitorata di un orso che ribadirà essere pericoloso. Benché si stia adottando una procedura che scavalca ogni Commissione scientifica e ogni sopraluogo dell’ufficio CITES italiano, credo ingenuamente che, poiché la disponibilità all’importazione data dal ministero degli esteri ungherese porta la data del 2 dicembre, proprio quando inizia il periodo d’ibernazione, vi possa essere l’ intervallo invernale per interloquire col dirigente generale del ministero per rappresentargli, da una parte la realtà dello zoo a Veresegyhàz, e dall’altra prospettive alternative per M57.
Purtroppo ciò non avviene e il ministero autorizza il trasferimento ed M57 che viene caricato sul camion per un viaggio di 900 Km. La PAT ne da preavviso minimo al veterinario del Casteller e notizia postuma tramite un comunicato stampa lunedì 20 dicembre 2021.
Cos’è Veresegyhaz
Veresegyhazi Medveotthon è un parco giochi dove il pubblico acquista, oltre al biglietto e ai gadget, anche il miele da dare di sua mano agli orsi. Tutto è finalizzato al guadagno. Gli animali si esibiscono con addestratori in un unico recinto privo di vegetazione e di qualsiasi riparo dalla vista e dal frastuono. Convivono nel medesimo spazio molti orsi, che hanno tane in cemento ricoperto di terra. Anche le due vasche sono in cemento mimetizzato e l’acqua viene versata tramite contenitori agricoli su rimorchio. Lo stress degli orsi è evidenziato dalle tante buche che scavano.
Insomma neanche una parvenza di habitat naturale e rispetto per le esigenze etologiche, ma gente con bambini e cani che interagiscono con leoni, lupi, lama, procioni, linci. E poi trenini tra le gabbie, camerieri che portano le consumazioni ai tavolini sotto i gazebo appoggiati alla recinzione dell’area plantigradi, orsetti portati al guinzaglio tra i turisti che giocano e scattano foto.
M57 è ristretto in quarantena d’adattamento in una cella chiusa con le pareti di cemento illuminata con luce artificiale: negli 8 mq di nudo pavimento solo un mucchietto di paglia, un po’ di frutta e feci.
Gli addetti dello zoo si meravigliano che M57, che ora si chiama Giovanni, mangia le mele e non tocca le arance. A quanto pare in Ungheria non sono informati che sulle Alpi non ci sono aranceti.
E’ proprio vero “C’è di peggio del Casteller“… e lì è finito M57.
Antonella Giordanelli
Chi è Antonella Giordanelli
Docente di pianoforte, ha studiato scienze politiche.
Animalista e alberista, ha formato la sua etica biocentrica sulla scuola pitagorica. Vegana e antivivisezionista da cinquant’anni non fa uso di alcun farmaco.
Appassionata di etologia e volo libero, si occupa di recupero d’avifauna, avendo esperienza di cure parentali ed infermieristiche.
Fu tra i fondatori dei Gruppi Ricerca Ecologica, coordina il Comitato ForestaForesta (dall’inno del Corpo Forestale dello Stato) ed il Comitato OrsiSì.
Immagine di copertina di Gianmarco Prampolini di LEAL.
Milano, 12/01/2022 – GC