ANIMALIEVENTI

CORTEO A VERONA IL 26/10 PER I BEAGLES

Corteo aperto a tutti per fermare l’arrivo di 1600 beagles destinati alla vivisezione.

Per Sabato 26 ottobre 2024 è stato indetto un corteo a Verona per impedire la deportazione di 1.600 cuccioli di Beagle nei laboratori Aptuit destinati alla vivisezione la cui sorte sarà decisa dal TAR a metà novembre 2024.

La partecipazione al corteo, pacifico, è aperta a tutti e partirà dal piazzale della stazione porta nuova alle ore 14:30 per poi attraversare le strade del centro e terminare a piazza Bra.

Ad oggi hanno già aderito Animalisti Italiani, Partito Animalista Europeo, LEIDAA, Meta Parma, LEAL, Iene Vegane di Alessandra Di Lenge, ENPA Parma, Cuore Randagio Veneto Odv, INO-SSIDABILE ETS, ARCI Tutela Diritti Animali. L’elenco è in continuo aggiornamento e l’evento è promosso da Centopercentoanimalisti.

Sperimentazione animale = VIVISEZIONE

Articolo di Mariangela Corrieri

Quando si parla di “sperimentazione animale” si allude ad un eufemismo, ad una mistificazione, perché affermare che gli animali non siano vivisezionati nei laboratori di ricerca non è credibile, anzi rappresenta un classico esempio di affermazione disconnessa. Una forma neppure tanto larvata di follia comunicativa supremamente deviata.

parma

Quando, la Direttiva 2010/63/UE ammette:

  • che agli animali vengano somministrate scosse elettriche, cucite le palpebre, i bulbi oculari enucleati, gli occhi bruciati;
  • che vengano annegati, soffocati e fatti morire di fame;
  • che i loro arti vengano amputati o i loro organi distrutti;
  • che i loro corpi vengano ustionati con agenti chimici o radiazioni;
  • che vengano sottoposti a traumi, procurati attacchi di cuore, ulcere, paralisi e attacchi epilettici;
  • che vengano costretti a inalare fumo di tabacco, bere alcol, assumere stupefacenti come eroina e cocaina;
  • decine di altre procedure classificate in: “gravi”, “moderate” e “lievi”

Non è vivisezione? Non è tortura, non  è indegnità? Non è sadismo?

Allorché gli animali ricevono trattamenti di questo genere, nessuna persona ragionevole si chiederebbe: “Davvero subiscono dei danni?”.

Ognuna delle procedure sperimentali è, secondo i vivisettori “perfettamente in linea con l’uso responsabile ed il trattamento umano degli animali”.

Trattamento umano?

L’assurdità del “trattamento umano” se si sperimentasse sugli umani, verrebbe considerato trattamento bestiale, mostruoso. barbaro, feroce, brutale, degno di chi è senza umanità, empatia e compassione. Indegno di umani.

Durante le manifestazioni o i dibattiti contro la “vivisezione”, i vari articoli dei giornalisti riportano soprattutto le teorie dei vivisettori. Interpretazioni e opinioni senza interlocutore.

Un modello comunicativo superficiale che esclude la partecipazione al dibattito delle classiche “due campane”.

Eppure tanti sono i ricercatori, medici, biologi, scienziati che potrebbero replicare “con scienza e coscienza” al modello difeso pubblicamente dai soliti implacabili dogmatici.

Anche se l’etica dovrebbe ispirare e guidare ogni attività umana, dal punto di vista scientifico sarebbe indispensabile affrontare l’argomento “ricerca” contrapponendo le idee sulla vivisezione dei ricercatori pro (studiosi) e ricercatori contro (studiosi).

La faciloneria dei metodi comunicativi lo affronta invece contrapponendo ricercatori pro (studiosi) e animalisti (ignoranti).

Altrimenti si declassa il dibattito e si ignorano tutti quei soggetti contrari alla vivisezione e favorevoli a metodologie che escludano gli animali.

Il perché dell’etica è facile descriverlo.

L’uomo ha abolito molte barriere che lo dividevano (almeno nel Diritto) in classi superiori e inferiori, persone e cose (lo schiavismo, il razzismo, il sessismo……ecc.) considerandole, dopo secoli di orrori, carnefici e vittime, quali immorali e crudeli in quanto consideravano la “vita” di alcuni senza valore intrinseco ma oggetto, strumento della vita di altri.

E’ rimasta l’ultima barriera da eliminare: lo specismo.

In quanto è la “vita” motivo della discussione morale e non l’uomo, essendo gli animali “soggetti di una vita” (Tom Regan), diventano anch’essi motivo della nostra etica, quella che ci ha consentito di eliminare le barriere di colore, razza, sesso….ecc. e che dovrebbe eliminare le barriere di specie.

Solo immaginare un piccolo corpo che si divincola disperatamente per cercare di fuggire terrorizzato ci fa rabbrividire ma, se pensiamo a quanti sono gli esseri che in ogni minuto di un solo giorno subiscono atrocità indicibili senza alcuna possibilità di salvezza, allora i nostri brividi diventano un terremoto che ci sconquassa.

Noi, antispecisti, sappiamo metterci nei panni di queste vittime, sentiamo l’empatia e soffriamo e moriamo mille, milioni di volte, tante quante sono le morti di questi innocenti senza voce, senza leggi, senza avvocati, senza protettori, senza mass media, senza televisione, senza sponsor, nell’oscurità e nel silenzio di un buco nero che tutto fagocita.

Se il cittadino spezza la zampa al suo cane viene punito con il carcere (la legge lo prevede) ma se a farlo è un vivisettore ecco che il cane non è più un cane ma una macchina, merce manipolabile.

La visione cartesiana incollata come un’aureola sul camice immacolato da sepolcro imbiancato del vivisettore sigilla, come una legge aurea, l’infamia.

Vogliamo opporre a  Cartesio,  Einstein: “Quando si tratta della verità e della giustizia non c’è distinzione fra i grandi problemi e i piccoli perché i principi generali che riguardano l’azione dell’uomo sono indivisibili”.

Il perché la scienza esclude gli animali nella ricerca medica, lo affermano scienziati contrari alla vivisezione. 

La sperimentazione animale è una pratica obsoleta e fuorviante che continua a comportare ritardi nel progresso di una scienza veramente utile per l’uomo. Vi sono infatti molte importanti scoperte mediche che non vengono accettate perché non possono essere “provate” da esperimenti animali, benché siano solidamente basate sull’evidenza clinica.

Ci sono innumerevoli progressi nella tecnologia, nell’informatica, scoperte importanti, perché non finanziarle?

Ci domandiamo allora, perché si continuano ad usare gli animali?
Per inerzia culturale, paravento giuridico, comodità, per la difesa di un ordine precostituito da parte di coloro che sono al suo interno.

Abbandonare l’uso di animali significherebbe investire per riconvertire laboratori, smantellare allevamenti e stabulari, significherebbe anche tagliare fuori dal mercato le grandi multinazionali che allevano e forniscono animali a tutto il mondo.

E gli interessi sono miliardari.

Numeri che grondano sangue.



“Un’atrocità non è minore per il fatto che viene commessa in un laboratorio ed è chiamata ricerca medica: resta sempre atrocità”. G.B.Shaw

Riportiamo l’articolo uscito nel luglio 2024 sul blog di LEAL

Sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i dati relativi agli animali utilizzati nei laboratori di sperimentazione dal 2019 al 2022. Dati che hanno rivelato la cifra allarmante di quasi 2 milioni di animali uccisi in questo periodo.

Nonostante una lieve diminuzione nell’ultimo anno, il numero medio annuo rimane altissimo, superando i 482.000 animali utilizzati. 

Tra le specie più colpite ci sono topi, scimmie, cani, porcellini d’India, conigli e maiali. Preoccupa in particolare l’utilizzo di 2.323 cani e 1.579 primati, di cui solo 16 provenienti da allevamenti registrati in UE. Oltre il 50% degli animali sperimenta molto dolore in pratiche invasive come fratture instabili, toracotomia senza analgesici e trapianti di organi. Solo il 28% è utilizzato per fini regolatori, cioè per rispondere a obblighi di legge.

La legislazione italiana ha recepito l’importanza della transazione dai modelli animali ai metodi senza animali, soprattutto con il D.L. n. 26 del 4 marzo 2014 ma sono ancora troppo pochi i laboratori italiani stanno lavorando su metodi sostitutivi e questi dati inquietanti appena diffusi sono la conferma che c’è ancora molta strada da fare per ridurre drasticamente il numero di animali utilizzati nella sperimentazione in Italia, sostituendoli con metodi più etici ed efficaci.
LEAL sottolinea la necessità di maggiori finanziamenti pubblici per la ricerca animal free e la totale sospensione dell’uso di animali a fini didattici.

Milano, 15/10/2024

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