FESTA DELLA MAMMA ANCHE PER GLI ANIMALI?
La festa della mamma dovrebbe essere un bel giorno per tutte le creature, non solo per gli umani – Alessandra Tedeschi.
La festa della mamma è una ricorrenza molto amata nel mondo degli umani. Questo perché il rapporto mamma-figlio è un rapporto unico, fatto di tenerezza, cura e dedizione. Un rapporto che dovrebbe essere sempre considerato sacro e degno di rispetto, anche quando si tratta di animali. Perché unico è anche il legame che corre tra una madre e il proprio cucciolo.
Ma come stanno davvero le cose per le madri negli allevamenti intensivi?
Come ben documentato da Animal Equality, negli allevamenti intensivi le madri vengono solo sfruttate.
Mucche e vitelli: un legame mamma/cucciolo reciso
L’industria lattiero-casearia ha creato per noi l’immagine di mucche felici che ruminano nei pascoli e che producono sempre e comunque latte, omettendo ad arte lo sfruttamento e la sofferenza che queste madri devono patire.
Selezionate geneticamente per produrre una maggiore quantità di latte, le mucche, proprio come tutti i mammiferi, producono latte solo dopo aver partorito. Vengono pertanto ingravidate artificialmente una volta all’anno. Entro poche ore dalla nascita, il vitellino viene allontanato dalle madri in modo che il latte naturalmente destinato a lui possa essere commercializzato per il consumo umano.
Questa terribile separazione della madre dal proprio cucciolo comporta un grandissimo dolore per la mucca che continua a muggire disperatamente per giorni alla ricerca di quel vitello che ha appena partorito e che le è stato ingiustamente sottratto dalla mano dell’uomo.
Scrofe: la crudeltà delle gabbie
L’esperienza della maternità è drammatica anche per le scrofe.
Dopo esser state ingravidate artificialmente, le scrofe vengono rinchiuse in minuscole e anguste “gabbie di gestazione”, nelle quali non riescono quasi a muoversi. Una volta pronte per dare alla luce i loro piccoli, le scrofe vengono spostate in altrettanto anguste “gabbie da parto”, dove riescono a mala pena ad allattare i maialini.
Ad appena tre o quattro settimane di vita, i maialini vengono strappati alle madri. Le scrofe soffriranno a lungo per la violenta separazione dai propri cuccioli, separazione che sperimenteranno più e più volte durante la loro triste vita.
Poi, quando non saranno più in grado di dare alla luce un certo numero di maialini, le scrofe verranno mandate al macello.
Ascoltate il toccante racconto “Madri negate” di Ugo Bettìo che, da investigatore, ha “toccato con mano” la sofferenza di queste povere mamme e cuccioli.
L’agnello di Dio che soffre le pene dell’inferno
Anche le pecore devono subire il trauma della continua separazione dai loro cuccioli, gli agnelli. Le pecore infatti, oltre che per la lana, vengono sfruttate sia per il loro latte, impiegato nella produzione di prodotti lattiero-caseari, sia in quanto madri “produttrici” di agnelli.
Superati i trenta giorni di vita, gli agnelli vengono strappati alle loro madri. Ma sono stati documentati trasporti di agnelli con meno di trenta giorni, soprattutto in occasione di Pasqua e Natale, periodi in cui ancora troppe persone mangiano per tradizione l’abbacchio, ossia un agnellino che ha meno di un mese di vita.
Per una mozzarella di bufala
Anche dietro alla produzione della mozzarella di bufala si nasconde l’orrore di gravidanze forzate, nascite e separazioni di cuccioli dalle loro madri (i bufalini maschi poi sono considerati veri e propri scarti, inutili all’industria della mozzarella di bufala…).
Proprio in questi giorni, un gruppo nutrito di realtà animaliste ha lanciato una petizione per chiedere la chiusura degli allevamenti di bufale.
Nella petizione, che invitiamo tutti a firmare e a condividere, si legge:
“Le chiamano “bufale da macello”!
Un massacro di “mamme senza figli”, mandate al macello dopo tanta sofferenza, per l’ultima agonia. “Quanti cuccioli vi hanno strappato prima di uccidervi? Quante lacrime avete pianto, quanta sofferenza?” Considerate come macchine da riproduzione, negli allevamenti non c’è rispetto per le madri.
Tutti dovremmo indignarci davanti a questo ciclo continuo di gravidanze forzate, nascite e separazioni che vivono quotidianamente le madri negli allevamenti di tutto il mondo.
Nel giorno della festa della mamma, e in ogni giorno dell’anno, ricordiamoci che non c’è modo migliore per festeggiare e salvare una madre, sia essa mucca, scrofa, pecora o bufala, che evitare di consumare prodotti di origine animale.
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Alessandra Tedeschi
Milano, 08/05/2022