IL LUPO: PROBLEMA POLITICO
Articolo di Cristiano Fant
Il lupo è e rimane un problema politico e mentre l’Italia ci prova e ci riprova a farlo declassare e cacciare, si aprono altri scenari che danno ragione a chi sostiene che gli abbattimenti creino problemi maggiori che non lasciare al lupo la possibilità di svolgere il proprio lavoro di gestore dei boschi.
E mentre in Senato passa l’emendamento per una gestione che includa l’abbattimento di un certo numero di individui l’anno la Svizzera, che da decenni spinge politicamente per gli abbattimenti, vede fallire la petizione popolare che pretendeva di lasciar cacciare liberamente il lupo. Questo perché, proprio in Svizzera, questa pratica si è dimostrata fallimentare dato che, pur avendo da tempo sposato l’abbattimento selettivo il numero di individui presenti non è calato.
Ma come è possibile?
Semplicemente perché ogni area lasciata libera dai soggetti abbattuti viene occupata entro breve tempo da nuovi individui che cercano un territorio dove crearsi una famiglia. Al tempo stesso, il Paese elvetico si è reso conto del valido contributo che il predatore fornisce nel contenere il numero di ungulati presenti che fanno danni ben maggiori, in termini di spesa pubblica, nella devastazione di campi e colture.
Mentre in Italia…
In Italia sembriamo non voler imparare mai dagli errori altrui ma nemmeno dai nostri ed ecco che pur andando contro ad ogni enunciato scientifico, l’abbattimento del lupo è ancora tema di discussione politica o perlomeno, di quella politica che guardo con occhio arrivista ai vantaggi che tale decisione porterebbe.
L’emendamento proposto manco a dirlo da un rappresentante di un gruppo per l’autonomia (decisamente fuori posto in un Paese che dovrebbe essere unito) è passato al Senato ma deve ancora superare il voto decisivo della Camera.
Pur essendo l’approvazione quasi certa, alla luce della posizione decisamente anti ambientale di questo governo (che ha appoggiato l’emendamento) la decisione può non essere sufficiente dovendo ricevere anche il nulla osta da parte della CE che sinora si è espressa sul declassamento della specie da “altamente protetta” a “protetta” solamente da un punto di vista tecnico e non politico (quello che conta per far si che il declassamento diventi effettivo).
L’emendamento che mira a soddisfare solamente una piccola parte della popolazione italiana costituita da una parte degli allevatori (quelli che non sanno gestire i propri animali in sicurezza come la norma prevede, per capirci), associazioni di categoria e simpatizzanti, si discosta da quanto la scienza ha più volte sottolineato:
il lupo è una specie fondamentale per il rispristino degli equilibri ambientali, in grado di riportare ricchezza in natura e di rimediare ai secolari errori e scempi commessi dall’uomo.
Cristiano Fant è Operatore Esperto in Etologia Relazionale, Operatore di Zooantropologia Didattica e Responsabile LEAL della fauna selvatica.
Evidentemente raccogliere consensi e voti è più importante che tutelare l’ambiente per alcuni politici e questo ci dice quanto poco siano interessati al benessere della popolazione umana del Paese e a quella delle generazioni future, dimostrando invece come la sete di potere e il denaro siano più importanti.
Dall’altra parte, decine di ottimi allevatori dimostrando come la convivenza sia possibile, spesso facendo mea culpa a seguito di predazioni che avrebbero potuto evitare con maggiori attenzioni, ricordando al tempo stesso di aver compreso quanto sia importante il lupo sul territorio.
Per chiudere, da una parte abbiamo una specie che va tutelata perché ci può aiutare a costruire un mondo più equilibrato e quindi più sano per le generazioni future, una specie che pura accompagnata da una nomea negativa non si dimostra pericolosa per l’uomo e dall’altra parte abbiamo degli uomini arrivisti che sperano nell’abbattimento di individui per guadagnare fama e successo.
Uno scontro che ci ricorda quanto poco la nostra specie abbia a cuore il rispetto per sé stesa e per gli altri esseri viventi e come preferisca continuare ad accumulare denaro anziché lavorare per migliorare il pianeta che la ospita.
Dopo aver spinto per anni in direzione della Svizzera, portandola come esempio di ottima gestione del lupo, oggi, alla luce del citato fallimento elvetico, l’Italia dovrebbe guardare dentro a sé stessa e comprendere che quella dell’abbattimento è una decisione da evitare.
Ma lungimiranza e perspicacia non sono certo delle doti di questi politici, noti per la loro perseveranza alla distruzione e per la loro ottusità.
Milano, 11/11/2024