LUNGA VITA AL PANGOLINO
A piccoli piccoli passi, la Cina cerca di ridefinire il proprio difficile rapporto con il mondo animale. Da un indiscriminato consumo di qualunque tipologia di esseri viventi, complice il Covid 19, alcuni tasselli propongono alcuni stop.
C’è ancora molta strada da fare, sia chiaro – anche perché stiamo parlando di un paese enorme, il cui consumo di carne è sicuramente eccessivo – ma qualche piccolo spiraglio va correttamente registrato.
Una decisione recentemente annunciata dalla Guida Nazionale Cinese della medicina tradizione comunica che non sarà più consentito l’uso delle squame del pangolino – per altro, animale in via di estinzione – per scopi medicinali.
L’edizione 2020 recentemente lanciata della farmacopea cinese – un elenco di ingredienti approvati per l’uso nella medicina tradizionale cinese – non include più le squame di pangolino.
La loro esclusione dall’elenco arriva dopo che la Forestale di Stato e l’Amministrazione delle praterie del Paese hanno emesso un avviso che elevava lo status dei pangolini, l’animale in via di estinzione più trafficato al mondo, dalla fauna selvatica protetta di secondo livello a quella di primo livello.
Un annuncio che è stato accolto con gioia da numerose associazioni animaliste.
“Apprezziamo molto questo annuncio, fatto in riconoscimento della necessità di proteggere i pangolini in pericolo di estinzione” – ha detto al Guardian Steve Blake, esponente di WildAid a Pechino – è un segnale che dimostra l’impegno avviato dalla Cina nella protezione della fauna selvatica “.
Per approfondire la notizia:
Sito della RSI – Radiotelevisione Svizzera
Il blog di Guido Minciotti
Il post
RV / Giu 20