UE: IL FOIE GRAS NON PROVOCA SOFFERENZA
A qualche mese di distanza ritorniamo sull’argomento foie gras.
Risale a qualche mese fa, l’articolo dove riportavamo l’indignazione da parte dell’euro deputata Eleonora Evi circa il respingimento da parte del Parlamento Europeo dell’emendamento per cancellare dalla relazione sulla direttiva sul benessere degli animali l’alimentazione forzata di oche e anatre per produrre il foie gras.
La nostra collaboratrice Alessandra Tedeschi ritorna sull’argomento.
Unione Europea: il foie gras non provoca sofferenza
Nonostante il foie gras, ottenuto attraverso l’alimentazione forzata di oche e anatre, sia evidentemente un prodotto innaturale frutto di una pratica crudele, secondo il Parlamento europeo riunito a Strasburgo “la produzione di foie gras, si basa su procedure di allevamento che rispettano i criteri di benessere degli animali”.
Questo quanto riportato in un articolo di Lifegate.
Il foie gras, ovvero “fegato grasso”
Per produrre il foie gras, letteralmente “fegato grasso”, viene inserito un tubo metallico nella gola di anatre ed oche al fine di pompare grandi quantità di cibo nel loro corpo. Questo “ingozzamento” viene eseguito due o tre volte al giorno, per circa due settimane per le anatre e tre settimane per le oche. La pratica ha lo scopo di provocare una steatosi epatica, ossia una crescita smisurata (fino a più di dieci volte) del fegato di questi animali.
La pratica, riconosciuta come crudele, è già vietata da anni in 22 Paesi europei, tra cui l’Italia. Le leggi italiane prevedono non solo sanzioni, ma anche la possibile sospensione dell’attività in caso di utilizzo dell’alimentazione forzata.
Il Parlamento europeo e lo Humane Washing sul foie gras
Nei mesi scorsi il Parlamento europeo riunito a Strasburgo ha approvato una relazione prodotta dall’eurodeputato francese Jérémy Decerle sul “benessere degli animali negli allevamenti”. La relazione fornisce un’interpretazione distorta e pericolosa della pratica dell’alimentazione forzata nella produzione di foie gras.
Al punto 31, la relazione prevede infatti che “la produzione di foie gras, si basa su procedure di allevamento che rispettano i criteri di benessere degli animali…dove l’ingrasso…rispetta i parametri biologici dell’animale”.
Gli studi indipendenti sul foie gras
Tutti gli studi scientifici indipendenti, ossia non finanziati dall’industria del foie gras, hanno ampiamente dimostrato come questa pratica sia dannosa per gli animali e incompatibile con qualsiasi standard di benessere animale.
Le associazioni unite contro il foie gras
Animal Equality, organizzazione internazionale che lavora con la società civile, i governi e le aziende per porre fine alla crudeltà sugli animali allevati a scopo alimentare, ha chiesto, insieme ad altre organizzazioni per la protezione dei diritti animali, a tutte le aree politiche di respingere completamente la relazione proposta dall’eurodeputato Decerle. Purtroppo al momento del voto i deputati italiani hanno affossato gli emendamenti che avrebbero permesso di escludere almeno le pratiche più spietate come l’alimentazione forzata e la triturazione dei pulcini.
Una maggiore consapevolezza sul foie gras
Una volta considerato alimento di lusso, il foie gras è sempre più associato dalle persone di tutto il mondo ad una pratica crudele e anacronistica.
Nel Regno Unito e in Germania si sta lavorando per proibirne l’importazione e la vendita. Mentre in India l’importazione di foie gras è stata vietata già nel 2014.
Assurdo pensare che in Europa, invece di procedere verso un maggiore riconoscimento dei diritti degli animali, si torni indietro qualificando come rispettosa del benessere degli animale una pratica crudele e orribile quale quella dell’alimentazione forzata utilizzata nella produzione del foie gras.
Posto che la politica persegue interessi che non sempre vanno di pari passo con l’evoluzione morale delle coscienze, quello che possiamo fare per combattere sfruttamento e abuso di oche e anatre utilizzate per la produzione del foie gras è semplice, non acquistare foie gras. Perché ciascuno di noi è responsabile in prima persona del male che viene inflitto agli animali se acquista prodotti di origine animale, foie gras in primis.
Alessandra Tedeschi
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Milano, 13/06/2022