CHIUSURA DEI WET MARKET. ORA!
Sono tante le fonti che associano le pandemie degli ultimi anni alla zoonosi e i ricercatori ritengono che anche il COVID-19 abbia probabilmente avuto origine in un wet market di Wuhan, in Cina, mercato noto per il commercio di animali selvatici.
Tra le tante voci scientifiche, Animal Equality riporta il parere del Dott. Ian Lipkin, esperto di malattie infettive, che afferma: “Se prendi degli animali selvatici e li metti in un mercato insieme ad animali domestici e altri animali, dove ci sono infinite opportunità per un virus di fare un salto di specie, stai creando … una superstrada per i virus, che passano così dagli ambienti selvatici alle persone. Non possiamo più tollerare che questo accada. Voglio che i mercati degli animali selvatici vengano chiusi“.
Ecco anche il parere del Prof. Andrew Cunnincham – The Zoological Society di Londra: “Gli animali vengono stipati insieme in gabbie e trasportati per grandi distanze. Sono stressati e immunodepressi ed espellono qualsiasi agente patogeno che hanno in loro. Con tutte le persone che visitano e lavorano al mercato e che vengono costantemente in contatto con i fluidi corporei di questi animali, hai creato un mix ideale per la diffusione [della malattia”.
I “wet markets” causano incredibili sofferenze agli animali selvatici e da allevamento e rappresentano una una grave minaccia per la salute pubblica, visto che è proprio qui che in passato sono nate diverse epidemie, inclusa la SARS. Il nome wet market – letteralmente “mercati umidi” – deriva in parte dal sangue, dalle viscere, dalle squame e dall’acqua che bagnano i pavimenti delle bancarelle. Resti degli animali brutalmente uccisi per soddisfare i clienti che desiderano carne appena macellata.
È per questo che Animal Equality chiede alle Nazioni Unite di vietare tutti i wet market attraverso una petizione che potete firmare cliccando QUI.
Altre petizioni QUI.
Milano, 04/04/2020 – GC