ASSOCIAZIONI

IL LATO POSITIVO DI UNA CONDANNA

Facciamo un salto nel 2014 ci e ci trasferiamo a Fær Øer, arcipelago danese che si trova nel nord dell'oceano Atlantico tra la Scozia, la Norvegia e l'Islanda, quando tre attiviste dell’equipaggio di Sea Shepherd hanno tentato di proteggere un branco di oltre 200 lagenorinchi acuti, una specie di delfini protetta e considerata a lieve rischio di estinzione, dall’usanza macabra e ancestrale del grindadráp, ovverosia caccia alle balene e delfini.

Le ragazze hanno cercato di allontanare gli animai da una delle 23 spiagge delle Isole Faroe deputate alle uccisioni, usando l’imbarcazione veloce MV Spitfire. Questa loro azione le ha portate all'arresto e al sequestro del mezzo.

Il 25 novembre 2016 c'è stato un processo e il tribunale della piccola capitale Tórshavn, ha dichiarato la cittadina britannica Jessie Treverton, capitano della Ong ambientalista Sea Shepherd, colpevole di aver violato le leggi faroesi sul benessere animale causando «sofferenze non necessarie» a un branco di cetacei. Sentenza quantomeno paradossale, visto che ogni anno più di 800 globicefali e altri piccoli cetacei vengono sistematicamente massacrati nelle Isole Fær Øer, nella pratica conosciuta come grindadráp, a cui Sea Shepherd si oppone attivamente sin dagli anni ‘80.

La condannata ha però voluto vedere il lato positivo di questa faccenda, infatti ha dichiarato: «Sono molto contenta di accettare il verdetto della corte il quale stabilisce che l’aver condotto un branco di delfini alla salvezza è stato considerato una violazione delle leggi sul benessere animale, perché, se questa legge vale per me, varrà sicuramente anche per gli abitanti delle Isole che compiono i massacri. Si è creato un precedente legale: condurre forzosamente delfini è contro la legge. Questa è una vittoria per gli oceani». In pratica,  Jessie Treverton, pone l'attenzione sul fatto che la sua vicenda potrebbe trasformarsi in una nuova arma di battaglia legale contro le uccisioni in massa di cetacei.

Come spiega Geert Vons, leader della campagna per le azioni di Sea Shepherd contro la grindadráp: «Questa è una sentenza storica: manovrare una piccola imbarcazione con l’intento di radunare dei delfini è considerato una violazione. Questo è esattamente quello che fanno le barche feringe quando radunano branchi di globicefali spingendoli verso le spiagge deputate alle uccisioni per massacrarli». Alla luce di ciò. l’Ong ha chiesto alla polizia locale che venga aperta un’indagine sulle molteplici violazioni delle leggi faroesi in materia di benessere animale da parte dei partecipanti feringi alle grindadráp del 2016 ed ha fornito un gran quantitativo di materiale video realizzato durante le loro azioni di difesa di cetacei e delfini che vengono massacrati in quella zona durante il deplorevole grindadráp.

Si spera quindi che la condanna faccia da boomerang e serva a bloccare la macabra carneficina annuale.

Milano, 19/12/2016 – GC 

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