S.T.O.P. IL COLLETTIVO E UN BRANO PER LAIKA
S.T.O.P. Un progetto unico. Ce ne parla Rebecca Foti
La band S.T.O.P.
La band S.T.O.P. è costituita da 14 ragazze/i tra i 16 e i 22 anni e due docenti. Scrivono, arrangiano ed eseguono canzoni originali e si ritrovano a suonare regolarmente ogni settimana.
Il gruppo, che esiste ormai da quasi 3 anni, ha all’attivo due album ed ha iniziato l’attività live appena finite le restrizioni covid.
I brani composti insieme o da singole autrici variano dal genere rock al genere folk e pop. I temi spaziano dall’analisi intimistica (“Panic”) all’impegno sociale e civile (“Willy” sul caso Monteiro, “Woman” sui diritti LGBT), politico (“Immagina”) ed ecologico (“There’s Nothing Left”).
La band è numerosa: anche se sul palco non si esibiscono più di 5 musicisti e 1-3 voci il gruppo è un vero e proprio collettivo, in cui spesso vengono scambiati gli strumenti di modo che chi canta in un brano suona in un altro.
La formazione del Collettivo S.T.O.P.
Alessio Di Luca: Drums
Beatrice Di Paola: Lead Vocal, Acoustic Guitar
Claudia Bivolaru: Lead and Backing Vocals
Chiara Capparozza: Acoustic and Electric Guitar
Chiara Ciccone: Lead and Backing Vocals, Acoustic Guitar
Eduardo Calimici: Drums
Federica Giovinazzo: Lead and Backing Vocals
Federico Lama: Guitars, Bass, Piano, Keyboards
Marco Maurizi: Guitars, Bass, Keyboards
Marta De Cristofaro: Lead Vocal, Bass
Matteo Arienzo: Lead Vocal
Mattia Prata: Piano, Keyboards
Michela Nullo: Lead Vocal
Rebecca Foti: Lead Vocal
Rebecca Punzo: Lead and Backing Vocals
Chiara Zibellini: Lead and Backing Vocals, Guitars, Bass, Piano, Keyboards
Il gruppo è molto sensibile alle tematiche legate ai diritti e c’è una rappresentanza veg sia tra i docenti che tra le ragazze che scrivono canzoni, suonano e cantano. Le canzoni del disco trattano di tematiche umane come il razzismo e l’esclusione ma anche di animali ed ecologia.
L’intervista
RadioVeg.it ha voluto dare voce a Rebecca Foti, una delle componenti di S.T.O.P.
Il Progetto nei dettagli
Nel 2017 i proff. Federico Lama (matematica) e Marco Maurizi (filosofia) iniziano un progetto di musica d’insieme all’Istituto Lombardo Radice di Roma che vede la partecipazione di studenti di qualsiasi età e preparazione musicale.
L’idea è quello di un lavoro creativo collettivo, intergenerazionale e paritario che rompe gli schemi, sia della scuola, sia del rapporto tra giovani ed adulti, sia delle regole del mercato musicale.
È veramente difficile far arrivare ciò che sta dentro il collettivo STOP, sia il suo aspetto umano che quello specificatamente musicale. Si tratta infatti di un progetto unico sotto entrambi i punti di vista.
È unico perché non si è mai visto che, dentro una scuola nasca, una collaborazione creativa tra discenti e docenti che abbia le caratteristiche del Collettivo S.T.O.P.: non solo per la qualità del lavoro di scrittura, arrangiamento ed esecuzione, ma anche perché tutto ciò avviene su un piano paritario, veramente collettivo.
Il progetto nasce e si sviluppa nella scuola Lombardo Radice di Roma che non è un liceo musicale, né le persone coinvolte seguono, in genere, corsi di musica.
Dietro alle produzioni musicali di S.T.O.P. c’è molto impegno. Ore e ore di lavoro di gruppo per scrivere, provare soluzioni, confrontarsi. I componenti del Collettivo si definiscono gli stakanovisti della musica perché amano suonare ed amano farlo insieme.
E si sente.
Importantissimo il significato di questa iniziativa da un punto di vista relazionale e pedagogico: avere un linguaggio e una disciplina con cui scambiare emozioni, idee, esperienze, storie è qualcosa che trasforma completamente lo “stare a scuola”. E non si parla solo delle persone che sono riuscite a superare blocchi emotivi e comunicativi, talvolta anche a migliorare il rendimento scolastico, anche grazie a questo canale “creativo” e relazionale.
Per i ragazzi e per i docenti coinvolti è un vanto e un onore poter dire che nella scuola pubblica e grazie alla scuola pubblica si possono fare esperienze come questa che niente hanno da invidiare in termini “formativi” allo studio della letteratura, della matematica o della filosofia.
Il progetto STOP è unico anche per l’idea diversa di musica che cerca di portare avanti. I membri più giovani di STOP sanno benissimo che oggi i canali mainstream e la loro espansione social spingono forte verso la competitività, un’idea di musica come “show” con tutte le sue regole su cosa debba fare e come debba “apparire” un musicista. Tutto ciò limita fortemente la libertà creativa, instradandola precocemente verso format come il talent, il contest, l’aderenza ad uno stile, a canoni estetici prefabbricati.
Ciò che viene sacrificato è proprio quell’esperienza del fare musica insieme che da sempre caratterizza i laboratori musicali del Lombardo Radice.
Fare musica “insieme” significa mettere il collettivo al di sopra dell’individuo, il risultato di tutti al di sopra del talento di ognuno pur rimanendo sé stessi perché ciò che ha spinto i ragazzi a fare musica è poter tirare fuori qualcosa che hanno dentro.
C’è molta gioia nella musica di S.T.O.P. ma filtrata da una sofferenza che viene da vissuti esistenziali problematici, dovuti al contesto delle periferie, alle famiglie, a questioni migratorie, di genere o anche semplicemente adolescenziali. Tutto questo è unico e speciale perché viene sublimato proprio nella musica, rendendo fruibile il lavoro creativo. Se non ci fosse la musica che fa fare il salto di qualità S.T.O.P. sarebbe solo una bella esperienza scolastica, oppure una manciata di belle canzoni. Invece è più di entrambe le cose.
Sebbene il mondo non sembri pronto per questa esperienza musicale così semplice e così radicale, S.T.O.P. che merita qualche chance in più. Soprattutto, merita una mano da chiunque possa dargliela perché sa che ne vale la pena, da chiunque creda che la scuola e la musica dovrebbero essere essenzialmente questo: libertà, impegno, solidarietà.
Chi volesse sostenere questo progetto può farlo cliccando QUI.
Milano, 07/04/2022 – GC