BATTIATO, NON TUTTI SANNO CHE…
Franco Battiato, vegetariano, ha scritto un libro sull’alimentazione vegetariana.
Battiato, chi non lo conosce? Un filosofo che ha fatto dell’arte, non solo musicale, il mezzo ideale per dispensare la sua infinita saggezza.
In questi giorni è normale che tutti lo ricordino e scrivano del patrimonio culturale che ci lascia in eredità.
Anche noi vogliamo ringraziarlo, soprattutto per l’amore universale che ha più volte cantato in tutte le forme. Tra tutte la sue opere musicali, perché tali sono, vogliamo puntare i riflettori su un brano purtroppo poco conosciuto e, chissà, forse boicottato per il tema trattato. “Sarcofagia”: una chiara e diretta presa di posizione contro il consumo di carne.
Battiato è stato anche autore di libri. Ci chiediamo se qualcuno dei nostri lettori conosca il libro che ha scritto con Giuseppe Coco. Se non lo conoscete, poco male, ce ne parla Grazia Cacciola – Erbaviola.
Sowa Rigpa secondo Grazia Cacciola
Di Franco Battiato conoscete tanto. Ma solo pochi sanno di un suo libro sull’alimentazione vegetale, che lui studiava e praticava, un libro che ha scritto 11 anni fa. Un dialogo pieno di senso e di intelligenza, un lavoro che ho recensito all’uscita e in cui mi sono ritrovata e persa più volte.
Me lo mandò il suo editore e ne scrissi una recensione entusiasta, è diventata una lettura che negli anni ho consigliato più volte. Una lettura che parla al cuore dei più colti.
Oltre che nella musica, Battiato era un Maestro della parola. Il libro è un lungo, quanto interessante, dialogo tra Giuseppe Coco e Franco Battiato sull’alimentazione naturale, sullo spirito e la mente, sulle loro iterazioni, sulla via per riappropriarsi dell’equilibrio tra salute fisica e mentale che ormai sfugge alla maggioranza.
“Sowa Rigpa“, questo è il titolo, è l’unione di Sowa ovvero guarigione, cura, nutrizione, e Rigpa che vuol dire scienza, conoscenza: “scienza della guarigione”. E’ la Medicina Tibetana, con la sua peculiarità di essere alla portata di tutti, di avere larga applicazione nella vita quotidiana con l’introduzione di equilibrio, armonia e buone abitudini alimentari.
Molti non sanno che Franco Battiato era vegetariano, in Italia non sono cose che si pubblicizzano molto o che comunque tendono ad essere relegate nel novero delle eccentricità dei personaggi famosi. Il suo modo di raccontarlo e di raccontarsi invece è molto bello, profondo, pacato, niente a che fare con i vari Brad Pitt vegetariani o altri peripatetici hollywoodiani che si dichiarano buddisti.
La recensione
La consapevolezza e l’equilibrio raggiunto dai due autori è nelle loro parole, in alcune deliziose ricette che spuntano nella conversazione, percorsi alimentari che sono soprattutto percorsi di vita e di ricerca. A volte ritrovarsi in personaggi che si stimano fa bene. A me, caffeinomane più volte redenta e ricaduta, una Maddalena del caffé, fa bene leggere che il Maestro durante le riprese di Musikanten beveva quantità considerevoli di questa che, a tutti gli effetti, è una droga per il sistema nervoso, una droga che crea dipendenza e assuefazione, squilibrando in buona parte qualsiasi altro proposito di alimentazione corretta. Quindi si può uscirne davvero, mi dico.
Delle volte l’esempio è meglio della teoria, anche se la mia amica crudista mi ripete da ben più tempo che bisogna imparare ad ascoltarsi, che sta tutto lì.
Un libro magnifico, un piccolo gioiello. E poi ci sono le piccole avventure a cui vengono sottoposti tutti coloro che, dediti a un’alimentazione non violenta, si trovano nell’obbligo di mangiare fuori. Come non sentirsi partecipe davanti alla crisi dell’oliva che tocca a tutti prima o poi?
“Un paio d’anni anni fa, in un ristorante a Macerata, assaggiando un’oliva… improvvisamente ho sentito milioni di cellule del mio corpo gridare come per ribellarsi. Ho chiesto al cameriere, per sapere cosa ci fosse dentro quell’oliva e mi ha fatto un elenco: carne di maiale, mortadella, salsiccia… Dentro un’oliva c’era una salumeria, in forma atomizzata!“.
Poi rido, perché scopro che persino a questi due Illuminati chiedono “ma dove le prendi le proteine se sei vegetariano?”
La prefazione di Ferrucci
Persino a loro, non sfugge nessuno a questi luoghi comuni, mi consola. Ma questo stile libero, leggero eppure profondo lo spiega molto meglio il filosofo Piero Ferrucci nella prefazione.
“Parlare di alimentazione è sempre un po’ rischioso, perché si urtano vecchie abitudini e convinzioni molto radicate, e quindi magari si evocano reazioni emotive piuttosto risentite. Io sono un vegetariano, ma non sono militante, e non vado in giro a cercare di convertire al mio credo chi mangia carne. Anche per questo mi è piaciuto questo libro di Giuseppe Coco e Franco Battiato. Perché è tranquillo, non cerca di fare pressione sul lettore. Sono due uomini che si scambiano opinioni sul cibo e sulla cucina dal punto di vista della medicina tibetana, molto attenta agli equilibri e alle combinazioni. Leggendo il libro vi parrà quasi di partecipare alla loro conversazione. La loro cucina è semplice e facile. Io, che non sono un cuoco, ci ho provato, e questi piatti mi sono riusciti abbastanza bene. E poi, sono buoni. ”
Poi ci sono tantissimi altri discorsi dentro, l’aspetto olistico delle metodiche tibetane, il digiuno, chi sta attento a comprare tutto bio e poi fa colazione al bar, cani e gatti alle prese con crocchette vegan, il metodo Montignac con un filo di ironia, il grande Franco Battiato che ti pianta lì davanti alla verità fermandoti con un chiodo.
“La disinformazione ci manda avanti come asini a cui si mostra una carota che non raggiungeranno mai.“
Milano, 18/05/2021 – GC