BENESSERE ANIMALE: I PAESI PIÚ ALL’AVANGUARDIA
Europa in testa tra i paesi più all’avanguardia sul benessere animale
L’associazione World Animal Protection ha pubblicato un report che permette di comparare le condizioni di tutela degli animali in 50 paesi del mondo.
L’Europa ottiene la miglior classificazione.
Questo quanto riportato in un articolo di Kodami.
50 paesi a confronto
World Animal Protection (WAP) è un’associazione no profit che si occupa da oltre 40 anni di protezione animale. La WAP ha recentemente pubblicato i risultati dell’Animal Protection Index (API), uno studio che permette di comparare la tutela degli animali in 50 paesi.
L’Italia ottiene la lettera “C”
Per determinare la valutazione sono state utilizzate le lettere dell’alfabeto. I voti vanno infatti dalla “A” alla “G”.
La valutazione del singolo paese è una media tra tutti i parametri utilizzati.
Nessun paese ha ottenuto il punteggio massimo, ossia la lettera “A”.
Austria, Svezia, Danimarca, Regno Unito, Nuova Zelanda e Svizzera hanno ottenuto la lettera “B”. L’Italia ha ottenuto invece solo una lettera “C”, a pari merito con Germania, Spagna, Polonia, Messico, India e Malesia.
L’Australia, gli Stati Uniti, la Russia e la Turchia ottengono addirittura la lettera “D”.
Parametri utilizzati per il report
Per il report sono stati utilizzati da WAP 10 indicatori, raggruppati in 4 obiettivi fondamentali in ambito di tutela animale:
- Il rispetto degli standard internazionali di welfare
- la presenza di una legislazione adeguata
- il riconoscimento dei sentimenti e della sofferenza delle specie
- l’istituzione di risorse e di appositi organi di governo.
Il caso Nuova Zelanda
L’unico paese extra europeo che ha ottenuto la lettera “B” è stata, come detto, la Nuova Zelanda.
Nel 2015 la Nuova Zelanda ha riconosciuto esplicitamente gli animali come esseri senzienti e richiede pertanto ai proprietari e alle persone responsabili di qualsiasi mammifero, uccello, rettile, anfibio, pesce, polpo, calamaro, granchio, aragosta o gambero (compresi i gamberi d’acqua dolce), di occuparsi adeguatamente del loro benessere.
Nel report viene però sottolineato che, nonostante questa importante presa di coscienza, in Nuova Zelanda la maggior parte degli animali da allevamento viene ancora privata di ogni diritto.
Inoltre, ogni anno in Nuova Zelanda si tengono circa 35 rodei, fortemente voluti e accettati dalla popolazione locale.
Ricerca scientifica: lettera “A” per l’Europa
Tutti i paesi dell’Unione Europea hanno ottenuto una “A” per quanto riguarda la tutela degli animali utilizzati nella ricerca scientifica.
Dal marzo del 2013, infatti, in Europa sono stati vietati i test cosmetici sugli animali e il commercio di cosmetici e prodotti per l’igiene personale testati su animali.
Le disposizioni in materia di benessere degli animali utilizzati nella ricerca scientifica sono contenute nella direttiva 2010/63/UE, del 22 settembre 2010.
“Gli stati membri assicurano che, a meno che non sia inappropriato, le procedure siano eseguite in anestesia generale. Necessario assicurare, inoltre, che il dolore, la sofferenza e l’angoscia siano ridotti al minimo” – All’art. 14.
Gli Stati Uniti in questo ambito ricevono solo una “C”, perché ratti e topi, sebbene siano tra gli animali maggiormente utilizzati per la ricerca, sono esclusi da questo tipo di tutela.
Meglio dell’Europa, per quanto riguarda la sperimentazione animale, ha fatto l’India, che ha previsto già da qualche anno il divieto di importazione dei prodotti cosmetici testati su animali.
La Nuova Zelanda ottiene una lettera “B” nell’ambito della tutela degli animali utilizzati nella ricerca. Per svolgere attività di ricerca infatti, le istituzioni devono essere in possesso di un codice di condotta etico.
Ottiene invece una misera “E” il Canada. Le istituzioni canadesi che effettuano esperimenti sugli animali, infatti, possono scegliere di non partecipare al Canadian Council on Animal Care (CCAC), ovvero l’organismo autonomo e indipendente creato per supervisionare l’uso etico degli animali nella scienza.
Insomma, si parla di benessere animale e si attribuiscono valutazioni.
E’ un punto di partenza ma certamente non di arrivo.
Solo quando gli animali non saranno più utilizzati nella ricerca scientifica, non saranno più considerati cibo o capi di abbigliamento, non saranno più impiegati nell’intrattenimento o altrimenti sfruttati, si potrà dire che sono stati davvero rispettati benessere e dignità degli animali.
A proposito di benessere animale, ecco QUI una serie di petizioni da sostenere.
Alessandra Tedeschi
Milano, 15/09/2022