GENERAZIONE ZETA, LA NOSTRA SPERANZA
Sono i nati tra il 1997 e il 2012 a darci un po’ di speranza – Articolo di Daniele Pica
Un nuovo sondaggio internazionale – ripreso con evidenza dal sito plantbasednews.org – ci regala un po’ di speranza in relazione alle scelte della cosiddetta Generazione Zeta, ovvero quelle ragazze e quei ragazzi nati tra il 1997 e il 2012.

È quanto emerge dal lavoro di Faunalytics e The Good Growth Co, che hanno intervistato quasi 400 adulti, con istruzione universitaria, provenienti da Stati Uniti, Cina, Thailandia e Indonesia. Un mix di est ovest del mondo che ha diversi punti in comune: l’attenzione per l’ambiente e gli animali ha trasformato il loro stile di vita.

I dati, come dicevamo non hanno coinvolto campioni da tutto il mondo, ma tutto fa supporre che anche in Europa questa tendenza sia molto presente. Chi, come noi , partecipa e frequenta eventi come il MiVeg ne ha una percezione piena: sono moltissimi i partecipanti che hanno dai venti a trent’anni. Non la maggioranza , ma quasi.

I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti quali fossero i fattori motivanti per apportare cambiamenti nello stile di vita, gli ostacoli al miglioramento della protezione degli animali e dell’ambiente nei loro paesi, le soluzioni a questi ostacoli e i fattori motivanti per considerare carriere nella protezione dell’ambiente o degli animali.
Lo studio ha scoperto che il 93 per cento degli intervistati è preoccupato per l’ambiente e gli animali. In totale, l’84 per cento ha affermato di aver cambiato il proprio comportamento a seguito di questa preoccupazione, con una percentuale maggiore di intervistati thailandesi e indonesiani rispetto ad americani o cinesi.
Ci attende dunque un futuro luminoso, soprattutto per quanto riguarda il tema dei diritti animali?
Forse, perché un freno è rappresentato dal fatto che i giovani sensibili a questo temi non sanno come intraprendere azioni efficaci.

Qualcuno concentra la propria attenzione sul riciclaggio, sull’abbandono dell’uso della plastica monouso e sull’acquisto di prodotti più rispettosi dell’ambiente. In tutti i paesi coinvolti però, nonostante sia molto alto l’interesse per gli animali, solo una minoranza degli intervistati ha menzionato un cambiamento di alimentazione o il tema degli animali da allevamento come aree specifiche di azione o preoccupazione.
Questo nonostante – lo diciamo da tempo – l’adozione di una dieta a base vegetale sia uno dei modi più efficaci con cui le persone possono ridurre il loro impatto ambientale e aiutare gli animali allo stesso tempo.
Per chiudere segnaliamo che lo studio fornisce diverse raccomandazioni per le persone che sono attivi nella difesa dell’ambiente e degli animali. Una è quella di trovare le giuste modalità, emotive e pratiche per aiutare i giovani a impegnarsi di più con questi temi. Un’altra è quella di ribadire la connessione tra la vita degli animali da allevamento con le preoccupazioni e le motivazioni esistenti delle persone.
“Fortunatamente, i nostri dati hanno scoperto che la maggior parte della Generazione Zeta non ha barriere ideologiche alla protezione degli animali o del clima”, ha affermato in una dichiarazione Jack Stennett, ricercatore principale dello studio.
La tendenza di questi ragazzi sembra chiara: ora non resta che metterla in pratica.
Milano, 20/03/2025 – Daniele Pica