AMBIENTE

“RICOSTITUENTE” PER BARRIERA CORALLINA

Purtroppo più volte su RadioVeg.it abbiamo affrontato il problema legato alla devastazione che l’essere umano ha perpetrato anche negli abissi e di come i suoi scellerati interventi stiano portando alla morte quelle meravigliose sculture naturali che sono le barriere coralline.

Per fortuna qualcuno ha preso a cuore la questione ed ha pensato a come unire il riuso di un qualcosa di obsoleto per rinforzare le barriere coralline.

Sta accadendo in Costa Rica dove gli isolatori elettrici in porcellana non più utilizzati costituiranno un ausilio alla barriera corallina.

Otto subacquei dell'Istituto Costaricense dell'Energia (ICE), infatti,  stanno utilizzando materiale di scarto della rete elettrica nazionale per costruire strutture destinate a diventare barriere artificiali a rinforzo di quelle naturali.

Abbiamo trovato questa confortante notizia sul sito riusa.it.
L'istituto ICE ha informato i media che nel dicembre 2016  i subacquei hanno iniziato il posizionamento e l'ancoraggio di 52 strutture a Playa Hermosa. Strutture fatte di isolatori elettrici in porcellana scartati, ovverosia quegli oggetti fatti a dischi sovrapposti utilizzati per isolare i cavi dell'alta tensione sui tralicci del trasporto di energia e all'interno delle centrali elettriche. La prima struttura è già ancorata al fondo del mare a circa 9 metri di profondità. Il quotidiano locale Tico Times ha riportato le parole del responsabile socio-ambientale di ICE, Walter Arìas Alvarado che ha dichiarato: "Le strutture sono correttamente ancorate e sono stabili. I piccoli pesci hanno già cominciato a insediarsi. Ora ci aspettiamo che le alghe comincino a colonizzare i moduli, in modo che coralli, polpi, pesci e altre specie marine inizino la riproduzione”.
Verranno effettuati ispezioni mensili per documentare e valutare i risultati del progetto e, se saranno positivi, si effettuerà l'aggiunta di più linee affinché la barriera artificiale raggiunga un diametro di 6 metri.
Il successo del progetto farà fare un salto in avanti all'ecosistema marittimo della zona. Tenendo conto che un corallo avanza di circa un centimetro l'anno, sarà come aver guadagnato tra i 100 e i 150 anni.
Il progetto è parte di un piano ICE di riutilizzare materiali di scarto dalla rete elettrica, altrimenti destinati alla discarica e, prima di progettare la costruzione, i biologi hanno effettuato prove di laboratorio al fine di garantire che i materiali non presentassero alcun rischio per la vita marina. I ricercatori hanno tenuto gli isolatori all'interno di camere d'acqua salata per periodi di 350 ore per vedere come il materiale si sarebbe comportato sotto il mare e per escludere il rilascio di sostanze inquinanti. Gli isolatori sono stati poi valutati secondo protocolli del Ministero dell'Ambiente per certificare che sono liberi di qualsiasi materiale pericoloso.

La notizia è molto buona, ma, ovviamente, questa opportunità non deve essere una giustificazione per chi vorrebbe continuare a danneggiare le barriere coralline dei nostri oceani. I coralli è meglio averli vivi in fondo al mare che morti al collo!

Foto: http://www.riusa.eu

Milano, 13/02/2017 – GC

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