DANIELA MUSOCCO: “IO COME M49”
Daniela Musocco ha deciso di intraprendere uno sciopero della fame il 17 ottobre 2020 in solidarietà con gli orsi rinchiusi al Casteller e di tutti gli orsi trentini.
RadioVeg.it sta facendo da cassa di risonanza alle grida di dolore che da più parti e in più modalità si alzano in difesa di M49 e compagni di prigionia. Fin dalla prima attivista, che ha iniziato uno sciopero della fame, stiamo seguendo da vicino tutta la vicenda, anche dal punto di vista legale, e ci stanno particolarmente a cuore le persone che mettono a repentaglio la loro vita per portare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione degli orsi del Trentino.
Daniela ha anche creato la pagina FB “FRATELLO ORSO” per testimoniare e diffondere questa sua iniziativa a favore degli Orsi del Trentino che sono oggetto di un attacco senza precedenti da parte della Provincia Autonoma di Trento, e il Governo Italiano non sta facendo quanto dovrebbe per salvaguardare il loro diritto alla vita e alla libertà.
Ecco cosa ci ha raccontato Daniela.
Hanno invece superato i 60 gg di sciopero della fame Barbara Nosari e Stefania Sbarra che abbiamo sentito tempo fa. Il loro fisico sta iniziando a sentire il peso di questo sciopero, come dichiara il medico che le segue, dottor Riccardo Trespidi : “Il digiuno prolungato che prosegue ormai da due mesi è preoccupante per il loro stato di salute psico fisica . Consapevole di non poter agire forzatamente per obbligarle a mangiare, e ritenendo la loro azione il massimo esempio di libertà, prevedo che entro breve tempo non si possa più tornare indietro. I loro corpi – prosegue il medico nella sua relazione – sono ormai così provati da una acidosi continua con perdita irreversibile della massa muscolare per carenza aminoacidica, che blocca in questo modo la sintesi delle proteine, portando alla sua diminuzione con vera e propria atrofia. Il cuore, l’apparato digerente, il fegato, l’apparato genito-urinario, il cervello subiscono durante il digiuno prolungato danni che diventeranno ben presto irreversibili. Il corpo di queste donne – aggiunge il medico – ha sfruttato tutte le risorse proteiche compreso le proteine plasmatiche. Entro breve la chetosi, l’abbattimento delle difese immunitarie, la disidratazione e la ridotta efficienza respiratoria generata dal catabolismo delle proteine del diaframma e dei muscoli intercostali condannerà queste povere donne ad una sorte sciagurata”.
“L’appello che faccio da medico e da uomo è: salvate Stefania e Barbara ascoltando il loro grido di dolore che si rivolge ad esseri che non hanno nessuna colpa, se non quella di essere nati non umani. L’amore, la sensibilità, l’empatia, la compassione che dovrebbe caratterizzare ogni essere umano non può mancare in chi deve decidere la sorte di questi poveri animali”.
A sostegno della lotta di Barbara e Stefania è stata lanciata la petizione internazionale al Parlamento europeo “DON’T SENTENCE BEARS AND HUMANS TO DEATH” (NON CONDANNIAMO ORSI E UMANI ALLA MORTE), che si può firmare su change.org che ha bisogno di essere rilanciata all’infinito.
E’ una petizione che si rivolge all’Unione Europea e al Parlamento Europeo indetta dalle due attiviste italiane con il supporto della collettività che hanno deciso di mettere a disposizione la loro vita come scudo a difesa degli Orsi portati in Trentino dalla Slovenia, con il milionario Progetto Life Ursus finanziato anche dalla Unione Europea, ma perseguitati, uccisi, fatti scomparire o imprigionati.
Milano, 24/11/2020 – GC