IL RIFIUTO DELLA CARNE: I MONACI MEDIEVALI
La Regola Benedettina, scritta da San Benedetto da Norcia è un valido esempio di come la vita monacale fosse strutturata nel quotidiano. Per questo dà precise informazioni anche sull’alimentazione dei monaci.
In una società che diventava sempre più mangiatrice di carne, il monaco, per contrasto, si priva della carne. Nelle situazioni iniziali e più estreme si tratta di rinuncia totale a tutti i tipi di carne, ma san Benedetto proibisce soltanto quella dei quadrupedi. La base del mangiare quotidiano è data da zuppe di cereali, legumi ed ortaggi, accompagnati da uova e formaggi.
Secondo la Regola il pasto quotidiano prevedeva due pietanze cotte. A Cluny accanto al pulmentum, piatto base dell’alimentazione di poveri e monaci, costituito da una zuppa di cereali, era previsto un piatto di verdure detto olera.
Papa Gregorio Magno (590-604) affermava che era inutile privarsi della carne di animali terrestri per poi sostituirla con la polpa sanguinolenta di pesci, inclusa la balena, dalle grandi dimensioni; tale concetto veniva poi ribadito nel Concilio di Tribur (895) in cui si parla di pinguis piscibus (pesci grassi).
La privazione della carne non è solo il rifiuto del cibo in quanto tale ma anche la rinuncia alla società che la carne rappresenta, quella dei nobili, dei bellatores, nonché abbandono della sessualità, che si credeva stimolata da cibi caldi e umidi, come gli alimenti animali, col fine di ricercare dei cibi freddi e secchi la repressione degli istinti più materiali, per privilegiare la verginità come condizione di avvicinamento a Dio, ed è il ritorno alla purezza dell’Origine.
Secondo il racconto della Genesi nel Paradiso Terrestre gli uomini si nutrivano di piante e frutti e, solo dopo il Diluvio Universale, Dio permette l’utilizzo degli animali.
Ecco alcune curiosità sull’origine del nostro stare a tavola. Le Regole monacali influenzarono profondamente anche i modi nello stare a tavola. Le norme della vita conventuale imponevano di non sedere mai a tavola con le mani sporche, di non iniziare a sbocconcellare il pane prima dell’inizio del pasto, di non trangugiare il cibo con ingordigia, di non sporcare la tovaglia, di non usare il tovagliolo per pulirsi il naso e di tenere sempre un atteggiamento misurato durante il pasto.
Monia Caramma |