QUANTO È IMPORTANTE UNA BUONA DIGESTIONE?
Articolo di Marco Urbisci – tratto dal libro DEA Dieta Energia Alta.
L’unica risposta a questa domanda è: tantissimo.
Non sarebbe esagerato enfatizzare l’importanza di una perfetta digestione al fine di ottenere una perfetta salute, o di riconquistarla, se la si è già persa in qualsiasi forma di malattia.
Moltissime sono le patologie, lievi e gravi, che sono la conseguenza di una cattiva o insufficiente digestione, protratta nel tempo.
Ciò che viene digerito bene diventa una parte di noi, producendo il minimo di scorie e di tossine. Al contrario, tutto ciò che non viene digerito, o che lo è solo parzialmente, produce un’intossicazione più o meno temporanea.
Ascolta la voce di Marco Urbisci, sul tema digestione
Infatti, siamo abituati, pasto dopo pasto, ad introdurre cibi inadatti al nostro organismo, cuocendoli e quindi variandone la struttura molecolare in modo tale da renderli indigeribili e tossici e abbinandoli tra loro in modo sconveniente, come sempre avviene.
Questo causa fenomeni quali fermentazione dei carboidrati, putrefazione delle proteine e irrancidimento dei grassi, con i problemi digestivi che ne derivano e che sfoceranno immancabilmente, col tempo e con l’età, in disturbi più o meno gravi.
Non è un caso forse che gli animali che si trovano in natura allo stato libero (se imparassimo a osservarli apprenderemmo il segreto del vivere sani!) non mangino mai più di un solo cibo alla volta, fino a che sono sazi. E anche se si nutrono di diversi tipi di cibo, non li mischiano mai, limitandosi a consumarli in occasioni diverse: se ci riflettiamo, non esistono sandwich in natura, né nulla di simile.
Attenzione ai grassi in eccesso: ascoltate le parole di Marco Urbisci
Non è un caso che alcuni esperimenti abbiano dimostrato che quando introduciamo cibo che è stato cotto e devitalizzato, nel nostro organismo si produce una reazione (leucocitosi digestiva), tale per cui il numero di leucociti (i leucociti, o globuli bianchi, sono cellule addette alla difesa immunitaria del nostro organismo) viene addirittura triplicato, passando da 6000 a 18000 per mm cubo, segno che il nostro organismo identifica nel cibo cotto un “nemico” da attaccare, isolare ed espellere, mentre tale reazione non si verifica se il cibo viene introdotto allo stato crudo.
In quest’ultimo caso il vantaggio è quello di risparmiare energia ed evitare possibili scompensi del sangue e il pericolo di alcune forme leucemiche.
Tutto questo per dire che anche se una persona pensa di “digerire bene persino i sassi”, forse si è convinta di questa sua presunta perfetta digestione solo perché non vomita quello che ha appena ingerito.
Ma se potesse fare il paragone con quello che potrebbe essere il suo stato di salute e digestione ottimale, avendo precedentemente ristabilito, per un periodo minimo di qualche settimana, un’alimentazione a base di frutta e verdura cruda, fresca e matura, allora avrebbe davvero la rara occasione di constatare cosa significa vivere al massimo delle proprie potenzialità, evitando tutte le conseguenze che sfociano in ogni malattia del “benessere”: cancro, diabete, malattie cardiache, obesità, allergie, artrite, reumatismi, ulcere, malattie della vista, dell’udito, ecc., tutte patologie strettamente correlate al tipo di alimentazione, così come numerose ricerche mediche e scientifiche attestano.
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RV – Marco Urbisci – Gen 21
Questo articolo è tratto dal libro “DEA, Dieta Energia Alta”, di Marco Urbisci.
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